L’agrumicoltura etnea | Coltivare alle pendici di un vulcano attivo è l’arte millenaria dei catanesi
Alle porte di Catania, l’agrumicoltura etnea trasforma un territorio di lava in un giardino di profumi e colori. Ecco come i catanesi coltivano il meglio, dove tutto sembra impossibile.

Una tradizione che affonda le radici nella lava
Coltivare agrumi sotto un vulcano attivo sembra un controsenso. Eppure, da secoli, i catanesi trasformano le pendici dell’Etna in uno dei territori agrumicoli più importanti del Mediterraneo.
Grazie alla fertilità del suolo vulcanico, all’esposizione solare ottimale e al microclima etneo, limoni, arance e mandarini crescono qui con caratteristiche organolettiche uniche al mondo.
Quella che oggi chiamiamo agrumicoltura etnea è il frutto di conoscenze antichissime, risalenti al periodo arabo-normanno, quando comparvero le prime coltivazioni di cedro e limone.
La Piana di Catania: un giacimento verde
Il cuore produttivo si estende nella Piana di Catania, tra i comuni di Palagonia, Ramacca, Scordia, Lentini, Paternò, Mineo e Caltagirone.
In questa vasta area pianeggiante – la più estesa della Sicilia – si concentra la maggior parte delle coltivazioni di:
- Arancia rossa di Sicilia IGP
- Limone di Siracusa IGP
- Mandarino Tardivo di Ciaculli (presente in alcune aziende del Catanese)
- Bergamotto, oggi in forte espansione
I terreni, composti da materiale piroclastico e cenere vulcanica, sono estremamente drenanti e ricchi di sali minerali, favorendo una maturazione lenta e perfetta dei frutti.
Lavorare tra rischi e benefici
Coltivare alle pendici dell’Etna significa convivere con rischi ambientali, come colate laviche, piogge acide e depositi di cenere, ma anche con benefici agronomici unici.
I produttori locali, molti dei quali famiglie catanesi da generazioni, hanno sviluppato sistemi di:
- microirrigazione a goccia, per ridurre lo spreco d’acqua
- potatura manuale selettiva
- tecniche biologiche e integrate, per rispettare i cicli naturali
Queste pratiche valorizzano la qualità del prodotto finale, oggi richiesto nei mercati più esigenti d’Europa e del mondo.
La cultura degli agrumi per i catanesi
L’agrumicoltura non è solo un’attività economica: è cultura, paesaggio, vita quotidiana.
I catanesi riconoscono a vista le differenze tra un’arancia Moro e una Tarocco, e molti ancora coltivano per uso familiare aranci e limoni nei cortili di casa.
Le feste agrumicole, come la Sagra dell’Arancia a Palagonia o la Mostra Agrumicola di Scordia, raccontano un legame profondo tra terra e comunità.
Anche la cucina locale, dalla granita al limone alle insalate di arance, riflette questa identità agrumaria.