Studi dentistici, quali sono gli interventi più comuni?

Scopri gli interventi più richiesti negli studi dentistici: dalle cure preventive ai trattamenti estetici per un sorriso sano e bello.

A cura di La Redazione
05 maggio 2025 12:28
Studi dentistici, quali sono gli interventi più comuni? -
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Nel cuore della quotidianità, ci sono appuntamenti che raramente vengono accolti con entusiasmo. Una visita dal dentista, ad esempio. Eppure, dietro il silenzio asettico di una sala d’attesa, si nasconde un mondo ricco di specializzazioni e competenze, dove ogni gesto è orientato a tutelare la salute orale e, spesso, quella generale. Gli interventi odontoiatrici oggi non sono più esperienze invasive da temere, ma strumenti di precisione capaci di migliorare in modo tangibile la qualità della vita. Alcuni trattamenti sono ormai così frequenti da essere considerati routine clinica, sebbene dietro ognuno si celi un universo complesso di diagnosi, tecnica e preparazione. E proprio da qui vale la pena partire.

Denti del giudizio: perché vengono quasi sempre rimossi? 

L’estrazione dei denti del giudizio rappresenta la procedura chirurgica più diffusa negli studi dentistici. Spesso considerata un rito di passaggio, questa operazione si rende necessaria in una percentuale altissima di pazienti adulti. La causa non è tanto nella natura dei denti stessi quanto in un problema di spazio: l’arcata dentale moderna raramente dispone della capienza sufficiente a ospitarli senza conseguenze.

Quando i terzi molari non trovano collocazione, possono causare affollamento, infiammazione gengivale, cisti o carie nei denti adiacenti. In molti casi restano inclusi o spuntano parzialmente, creando condizioni favorevoli alla proliferazione batterica. La rimozione chirurgica, eseguita in anestesia locale o cosciente, è un intervento breve ma meticoloso, che oggi beneficia di tecnologie diagnostiche avanzate e strumenti chirurgici mini-invasivi. Ma il vero cambiamento risiede nel decorso post-operatorio, sempre più tollerabile grazie a protocolli clinici aggiornati.

Impianti dentali: una seconda possibilità al sorriso

L’implantologia dentale ha trasformato radicalmente la gestione della perdita dentale, offrendo soluzioni permanenti che restituiscono funzionalità e naturalezza estetica. Il procedimento prevede l’inserimento di una radice artificiale in titanio nell’osso mascellare, sulla quale viene poi applicata una corona protesica. La sfida più grande non è tanto nell’intervento in sé, quanto nel processo di osteointegrazione, ovvero la capacità dell’osso di accogliere e stabilizzare l’impianto.

In alcuni casi, prima di posizionare l’impianto, è necessaria una procedura preparatoria come l’innesto osseo. E proprio in questa fase si coglie l’importanza della personalizzazione del trattamento: ogni paziente ha una condizione unica da analizzare. Chi vive a Catania, ad esempio, può rivolgersi al Centro ROA dentista a Catania, dove i casi più complessi vengono gestiti con approcci multidisciplinari che integrano parodontologia, chirurgia ossea e protesica.

Rigenerare l’osso: quando il supporto naturale non basta

Uno dei grandi ostacoli all’inserimento di impianti dentali è la mancanza di tessuto osseo sufficiente. In queste situazioni si ricorre alla rigenerazione ossea guidata, una tecnica che prevede l’applicazione di biomateriali — autologhi o sintetici — per ricostruire le strutture ossee riassorbite. L’operazione si basa sulla capacità del corpo umano di incorporare gradualmente il materiale impiantato, che viene colonizzato da nuove cellule ossee.

La selezione del materiale da utilizzare non è mai casuale: ogni opzione ha implicazioni differenti sul piano della biocompatibilità, dei tempi di guarigione e della qualità del risultato. Il vero dilemma, però, si presenta dopo. Quanto dura il tessuto rigenerato? E quanto tempo è necessario per potervi inserire un impianto?

Parodontite e tasche gengivali: intervenire prima che sia tardi

La malattia parodontale è una delle principali cause di perdita dentale negli adulti. Spesso silenziosa, inizia con un’infiammazione gengivale che può evolvere in parodontite, una condizione in cui le gengive si staccano dai denti formando tasche profonde. Quando queste superano i 5 mm di profondità, la normale igiene orale non basta più. A quel punto, si rende necessario un intervento chirurgico parodontale per pulire le radici esposte e rimuovere i batteri annidati in profondità.
 
Anche se oggi esistono approcci minimamente invasivi, la procedura comporta sempre un’accurata pianificazione. E spesso è l’unica via per evitare l’estrazione del dente. Ma cosa accade quando, oltre al tessuto gengivale, si perde anche l’osso?

Mascella e articolazione: quando serve la chirurgia ortognatica

Masticazione difficile, cefalee frequenti, click mandibolari. A volte, la fonte di questi disturbi non è nei denti, ma nella scorretta posizione della mascella. In questi casi, quando l’ortodonzia non è sufficiente, si ricorre alla chirurgia ortognatica. L’intervento riposiziona la mandibola o il mascellare superiore, correggendo malocclusioni che possono compromettere la fonazione, la respirazione e persino la postura.
 
È un’operazione che coinvolge spesso una squadra multidisciplinare — ortodontisti, chirurghi maxillo-facciali, logopedisti — e può durare diverse ore. I risultati però sono spesso spettacolari, non solo dal punto di vista estetico. Tuttavia, c'è un aspetto del decorso post-operatorio che pochi considerano...

Tessuti molli, estetica e funzionalità

Tra gli interventi più sottovalutati rientrano quelli che riguardano i tessuti molli. Innesti gengivali, gengivectomie e gengivoplastiche sono interventi fondamentali per la salute e la stabilità del dente. Un tessuto gengivale insufficiente o compromesso può esporre le radici, aumentare la sensibilità dentale e favorire l’accumulo di placca.

Ma è anche una questione estetica: una linea gengivale irregolare può compromettere l’armonia del sorriso. Intervenire chirurgicamente significa ridare equilibrio alla cornice rosa del dente, con vantaggi che vanno ben oltre il lato visivo. Resta solo una domanda: come mantenere questi risultati nel tempo?

E poi c’è la questione dei costi, sempre più centrale nelle scelte dei pazienti. La chirurgia orale, pur rappresentando un investimento nella salute, impone una riflessione economica consapevole. Ma questo è un capitolo a parte. Uno che inizia sempre con la stessa domanda: quanto vale un sorriso funzionante e senza dolore?

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