Scoperta sensazionale in Sicilia | Quello che hanno appena trovato in questo parco archeologico è incredibile

Durante i lavori in un parco pubblico, qualcosa di antico e insospettabile è tornato alla luce. Sei sepolture e un enigmatico reperto architettonico rimettono in discussione la storia di una città siciliana.

A cura di Paolo Privitera
22 maggio 2025 12:00
Scoperta sensazionale in Sicilia | Quello che hanno appena trovato in questo parco archeologico è incredibile -
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Un cantiere qualunque, un passato inaspettato

In Sicilia, la terra custodisce segreti che attendono solo di riaffiorare. A Gela, durante la riqualificazione dell’Orto Pasqualello, uno spazio verde urbano finanziato con fondi PNRR, qualcosa ha interrotto le ruspe: sei tombe arcaiche, sigillate per oltre duemila anni, sono state riportate alla luce.

Non è una novità che in questa regione basti scavare qualche metro per imbattersi in frammenti di storia. Ma questa volta, il ritrovamento ha un sapore diverso. Non solo per l’impatto archeologico, ma per ciò che potrebbe ancora nascondersi sotto la superficie della città.

Il sepolcreto e i primi indizi

La scoperta è avvenuta durante le attività di archeologia preventiva seguite dalla Soprintendenza ai beni culturali di Caltanissetta, in collaborazione con il Comune. Il piccolo sepolcreto è composto da sei sepolture: due adulti, due bambini e due resti ancora da analizzare.

In particolare, nella tomba 1 sono stati ritrovati due lekythoi, piccoli vasi cerimoniali, databili tra il 500 e il 475 a.C., testimoniando un uso rituale dello spazio. Ma ciò che più incuriosisce gli esperti è il ritrovamento, accanto alla sepoltura di un infante, di un "kalypter egemon" – un elemento architettonico decorativo probabilmente proveniente da un tempio dell’area, riutilizzato in modo simbolico.

Un evento improvviso, una sepoltura interrotta

Gli archeologi ipotizzano che un evento naturale, forse una colata d’argilla, abbia travolto e sigillato parte della necropoli. Questo spiegherebbe perché in una delle tombe il corpo fosse stato rimosso subito dopo la sepoltura, lasciando intatto il corredo funerario. Un gesto interrotto, misterioso, che alimenta l’ipotesi che si trattasse di una sepoltura familiare.

Cosa raccontano le pietre tagliate

Accanto alle tombe, è affiorato anche un banco di roccia tenera scolpita, contenente frammenti di crateri e anfore. Segni di vita, di rituali, forse di offerte. Ogni dettaglio, ogni incisione, sta ora passando sotto la lente degli archeologi, pronti a riscrivere un pezzo di storia.

Il cantiere continuerà, ma con nuove priorità: conservare e valorizzare quanto riaffiorato, un compito che la Regione Siciliana, attraverso l’assessore Francesco Paolo Scarpinato, ha già confermato essere una priorità.

E intanto, mentre la terra restituisce il suo passato, Gela riscopre il suo volto più antico, sospeso tra mito, memoria e archeologia.

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