Un capolavoro dimenticato a Catania | La storia incredibile dell’acquedotto romano che ha sfidato il tempo

Scopri l'acquedotto romano di Santa Maria di Licodia, un capolavoro ingegneristico che ha segnato la storia della città etnea.

A cura di Paolo Privitera
06 marzo 2025 15:00
Un capolavoro dimenticato a Catania | La storia incredibile dell’acquedotto romano che ha sfidato il tempo - Foto: Archeo/Wikipedia
Foto: Archeo/Wikipedia
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L'acquedotto romano di Catania rappresenta una delle opere più imponenti dell'ingegneria idraulica romana in Sicilia. Costruito per convogliare l'acqua dalle sorgenti di Santa Maria di Licodia fino al cuore della città etnea, questo straordinario manufatto si estendeva per circa 24 chilometri, attraversando i territori degli odierni comuni di Paternò, Belpasso e Misterbianco. 

Un percorso studiato nei minimi dettagli

Partendo da un'altitudine di 400 metri sul livello del mare a Santa Maria di Licodia, l'acquedotto discendeva gradualmente fino a raggiungere i 15 metri s.l.m. all'ingresso di Catania. Questo delicato dislivello di 385 metri su una distanza così estesa testimonia la maestria degli ingegneri romani nel calcolare pendenze e flussi idrici per garantire un approvvigionamento costante.

Strutture monumentali lungo il tragitto

Lungo il percorso, l'acquedotto presentava imponenti arcate e ponti per superare vallate e dislivelli. Uno dei tratti più affascinanti era il ponte-acquedotto di Valcorrente, le cui rovine sono ancora visibili oggi. Queste strutture non solo avevano una funzione pratica, ma aggiungevano anche un valore estetico al paesaggio, riflettendo la grandiosità dell'architettura romana. 

Un'opera dimenticata e riscoperta

Nonostante la sua imponenza, l'acquedotto cadde nell'oblio per secoli. Le prime menzioni risalgono al XVI secolo, quando lo storico Tommaso Fazello lo descrisse come ricco d'acqua e monumentale quanto quelli di Roma. Successivamente, studiosi come Pietro Carrera e Vito Maria Amico approfondirono le ricerche su questa straordinaria infrastruttura. 

Declino e spoliazioni

Nel corso dei secoli, l'acquedotto subì numerosi danni, sia per cause naturali che per interventi umani. Nel 1556, il viceré Juan de Vega ordinò la demolizione di un lungo tratto vicino alla città per ricavarne materiale da costruzione per le mura di Catania. Nonostante ciò, alcune sezioni rimasero in uso fino al XIX secolo, testimoniando la durabilità dell'opera.

L'importanza dell'acquedotto per Catania

L'acquedotto non solo garantiva l'approvvigionamento idrico per la popolazione, maalimentava anche le numerose terme e fontane della città, contribuendo al benessere e al prestigio di Catania nell'epoca romana. La sua costruzione segnò un periodo di prosperità e sviluppo urbano senza precedenti. 

Curiosità: la "Botte dell'acqua" di Santa Maria di Licodia

Una delle strutture più affascinanti legate all'acquedotto è la cosiddetta "Botte dell'acqua" a Santa Maria di Licodia. Si tratta di una grande cisterna con volta a botte, utilizzata per raccogliere l'acqua delle sorgenti prima di convogliarla verso Catania. Questa cisterna, raffigurata anche nelle gouache dell'artista Jean-Pierre Houël nel XVIII secolo, rappresenta un esempio straordinario dell'ingegneria idraulica romana.

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