Il luogo dove tutto ebbe inizio: il segreto sepolto sotto le pietre di Catania

Nel cuore di Catania esiste un tempio antico, legato alla storia di Sant’Agata e ai secoli nascosti della città.

19 novembre 2025 12:00
Il luogo dove tutto ebbe inizio: il segreto sepolto sotto le pietre di Catania - Foto: Triquetra/Wikipedia
Foto: Triquetra/Wikipedia
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Un luogo dimenticato sotto la città barocca

Nel centro storico di Catania, dietro le facciate barocche che dominano via Garibaldi, si nasconde un luogo che racconta l’origine stessa del culto di Sant’Agata.
Qui, tra mura di pietra lavica e silenzio sospeso, sorge la Chiesa di Sant’Agata la Vetere, un edificio che affonda le sue fondamenta nei secoli più antichi della città.

Secondo la tradizione, sarebbe stata la prima cattedrale di Catania, edificata subito dopo la pace costantiniana, nel IV secolo d.C.. In questo punto, oggi quasi dimenticato dai flussi turistici, si respirano ancora le tracce di una cristianità primitiva e la memoria di un’epoca in cui la città stava risorgendo dalle distruzioni romane e dalle eruzioni dell’Etna.

L’aspetto attuale, sobrio ma solenne, risale al XII secolo, quando la chiesa venne ricostruita e ampliata dopo i crolli e i terremoti che avevano devastato l’area. L’interno custodisce volte a botte, archi normanni e resti di mosaici pavimentali, testimonianza di un’arte che unisce spiritualità e sopravvivenza.

Le tracce di un culto antico

Sotto il pavimento della chiesa si apre un ipogeo: ambienti sotterranei che custodiscono le tombe antiche, resti di sepolture cristiane e ciò che la tradizione riconosce come il luogo della prima sepoltura di Sant’Agata.

Questa chiesa, oggi circondata da palazzi e botteghe, era un tempo fuori dalle mura. Rappresentava il confine tra la città viva e la memoria dei martiri. Non è un caso che qui si siano intrecciati secoli di devozione, ricostruzioni e riscoperte archeologiche, tanto che ogni pietra racconta una rinascita.

Le colonne di pietra lavica, il soffitto ligneo, i resti di antichi altari e le lapidi sono documenti silenziosi della fede catanese. La luce, filtrando dalle piccole finestre, disegna un’atmosfera che sembra ferma nel tempo: un respiro di sacralità primitiva, sopravvissuto alle colate laviche e ai terremoti.

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