Il gigante di ferro nascosto ai margini di Catania: dove il tempo si è fermato tra sbuffi e curiosità
A Catania esiste un luogo dimenticato, un deposito ferroviario dove la storia del vapore e dell’acciaio sopravvive al tempo.
Un mondo di rotaie e fumo ai margini della città
Pochi sanno che alle spalle della Stazione Centrale di Catania, esiste un luogo dove il tempo sembra essersi fermato a metà del Novecento.
Si tratta del Deposito Locomotive di Catania, un complesso ferroviario che per decenni è stato il cuore pulsante della trazione a vapore nella Sicilia orientale.
Tra binari secondari, officine e ponti girevoli, questo spazio custodiva dozzine di locomotive pronte a partire verso Siracusa, Messina e Palermo, in un’epoca in cui il viaggio era accompagnato dal rumore dei pistoni e dal profumo acre del carbone.
Oggi, gran parte delle sue strutture sopravvive nascosta agli occhi dei più, dietro cancelli e ruggine, ma la sua presenza è ancora imponente: un gigante di ferro addormentato, memoria di un’epoca in cui la città di Catania era un nodo vitale per la rete ferroviaria nazionale.
Camminando lungo il viale che lo costeggia, si intravedono ancora i capannoni in muratura, le tettoie metalliche e i binari secondari, ormai inghiottiti dall’erba. In questo spazio, che una volta brulicava di operai, fischi e vapore, regna oggi un silenzio quasi religioso.
Cuore della ferrovia siciliana
Il Deposito Locomotive fu inaugurato alla fine dell’Ottocento, quando Catania divenne una delle principali città ferroviarie dell’isola.
Era qui che si manutenevano e si ricoveravano le locomotive che garantivano la mobilità tra l’Etna e il mare, collegando la Sicilia orientale ai grandi centri produttivi del Paese.
La sua posizione, adiacente alla Stazione Centrale, non era casuale: permetteva ai macchinisti di preparare rapidamente i convogli per il servizio e di riportarli in rimessa per le riparazioni.
Il deposito ospitava officine meccaniche, aree di rifornimento, un impianto di rotazione per le locomotive e perfino spazi per le squadre tecniche che ne curavano la revisione quotidiana.
Con l’arrivo dell’elettrificazione e la progressiva scomparsa del vapore, la struttura perse gradualmente la sua centralità.
Tuttavia, una parte dell’impianto restò operativa anche nel XX secolo, ospitando locomotive diesel e successivamente mezzi di servizio. Ancora oggi, chi osserva con attenzione, può scorgere tracce dell’antico ponte girevole, e le sagome dei binari interni che un tempo ruggivano di energia e vita.
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