Una chiesa catanese nata per sfidare la lava: incredibili storie di resilienza e curiosità
A Mascalucia il Tempio di Sant’Antonio Abate racconta storia, fede e resilienza contro la forza distruttrice dell’Etna.


Una chiesa nata per sfidare la lava
Nel cuore di Mascalucia, alle pendici dell’Etna, sorge il Tempio di Sant’Antonio Abate, uno dei luoghi di culto più antichi e identitari del paese. La sua origine risale al Medioevo, quando la comunità locale, minacciata dalle colate laviche, volle erigere una chiesa dedicata al santo protettore del fuoco e degli animali. Non è un caso: la devozione a Sant’Antonio Abate è radicata da secoli in Sicilia, e a Mascalucia questa tradizione ha trovato una delle sue espressioni più solenni.
La chiesa, ricostruita più volte a causa dei terremoti e delle eruzioni etnee, appare oggi con un’imponente facciata barocca in pietra lavica, impreziosita da elementi classici che raccontano la maestria degli artigiani locali. Ogni pietra nera sembra portare il segno di un dialogo costante tra l’uomo e il vulcano, tra fede e natura.
Il cuore religioso di Mascalucia
All’interno, il tempio custodisce un’unica navata con cappelle laterali, decorazioni sobrie e un altare maggiore che incornicia la statua lignea di Sant’Antonio Abate, oggetto di grande venerazione popolare. Attorno al tempio si è sviluppata nei secoli la vita religiosa e sociale di Mascalucia, trasformandolo in un punto di riferimento non solo spirituale ma anche identitario per tutta la comunità.
Ogni dettaglio architettonico, dai portali scolpiti alle colonne in pietra lavica, contribuisce a sottolineare l’intreccio tra l’arte barocca siciliana e la resistenza di un popolo abituato a convivere con la forza dell’Etna. Ancora oggi, il tempio rimane una tappa fondamentale per chi vuole comprendere la storia religiosa e culturale dell’area etnea.