A Catania c'è una misteriosa dea che veglia su piazza Università e custodisce un enigma barocco

A Catania la Fontana di Cerere racconta miti, simboli e storia barocca: il volto enigmatico della dea domina piazza Università.

14 ottobre 2025 15:00
A Catania c'è una misteriosa dea che veglia su piazza Università e custodisce un enigma barocco - Foto: Drunkpiper/Wikipedia
Foto: Drunkpiper/Wikipedia
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Una dea che troneggia nel cuore della città

Nel centro storico di Catania, tra i palazzi eleganti di piazza Università, sorge la Fontana di Cerere, una delle opere più suggestive che l’arte barocca abbia regalato alla città etnea. La statua, realizzata in pietra bianca e nera di lava, raffigura Cerere, la dea romana delle messi e della fertilità, divinità profondamente legata alla terra e al ciclo delle stagioni. La sua presenza a Catania non è casuale: in una città che da secoli convive con il suolo vulcanico dell’Etna, ricco ma al tempo stesso pericoloso, il culto della fertilità della terra assume un significato speciale.

La fontana fu collocata nel Settecento come ornamento scenografico della piazza, che era diventata uno dei salotti eleganti della nobiltà cittadina. I giochi d’acqua e la maestosità della statua trasformarono immediatamente questo spazio in un punto di riferimento urbano, simbolo della rinascita dopo il disastroso terremoto del 1693.

Simboli nascosti e richiami alla mitologia

Il volto severo della dea, lo scettro e la cornucopia che tiene con sé rimandano al tema dell’abbondanza e della protezione delle messi. Attorno, i bassorilievi e i dettagli scultorei evocano un mondo mitologico che si intreccia con la storia locale: Catania era, nell’antichità, terra di Demetra (il corrispettivo greco di Cerere), venerata insieme alla figlia Kore/Persefone nelle campagne siciliane.

Così la fontana diventa non soltanto un arredo urbano, ma un ponte tra il mito classico e la vita quotidiana della città barocca. Ogni elemento è pensato per stupire: l’acqua che sgorga, le linee sinuose della statua, il contrasto tra la pietra lavica e il marmo chiaro.

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