Sanità in Sicilia, il verdetto che nessuno si aspettava
Un nuovo studio rivela dati allarmanti sulla sanità italiana: ecco come si posiziona la Sicilia e perché la situazione preoccupa

Il monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) relativo al 2023 fotografa ancora una volta un Paese diviso. Solo 13 Regioni su 21 hanno raggiunto gli standard richiesti, confermando un quadro di sostanziale immobilismo rispetto all’anno precedente. Se al Nord molte realtà mantengono posizioni di eccellenza, il Mezzogiorno continua a fare i conti con un gap che sembra difficile da colmare.
Performance in calo e sorprese al Sud
Gli esperti della Fondazione Gimbe evidenziano come ben otto Regioni abbiano peggiorato le proprie performance rispetto al 2022. Alcune “storicamente solide”, come Lombardia e Lazio, hanno perso punti importanti. A sorprendere, invece, sono state la Campania e la Sardegna, capaci di passare da inadempienti a pienamente adempienti, mentre la Calabria ha registrato addirittura un balzo in avanti di 41 punti. In questo contesto di alti e bassi, però, l’Isola resta in fondo alla classifica.
Sicilia penultima: un declino preoccupante
Il dato che più pesa è quello della Sicilia, penultima in Italia: l’Isola ha perso 11 punti rispetto all’anno precedente, confermando una situazione che sindacati e associazioni definiscono “un declino inarrestabile del servizio sanitario regionale”. Secondo la Uil Sicilia, “i cittadini vengono penalizzati e privati di un diritto fondamentale”, mentre la Cisl parla di un sistema che “da decenni affonda nelle sabbie mobili del rimpallo politico”. La richiesta è chiara: servono più risorse, più personale e una nuova organizzazione gestionale, altrimenti il rischio è continuare a inseguire emergenze e classifiche negative senza mai affrontare davvero il problema.