Origini e influenze linguistiche: ecco la vera storia del dialetto catanese
Il dialetto catanese, varietà del siciliano orientale, racconta storia, identità e tradizioni linguistiche uniche della città di Catania.


Un dialetto che racconta Catania
Il dialetto catanese è una delle varianti più caratteristiche della lingua siciliana, diffusa principalmente nella città di Catania e nei comuni della sua provincia. Pur essendo parte del siciliano orientale, si distingue per lessico, pronuncia e inflessioni sonore che lo rendono immediatamente riconoscibile.
Si tratta di una varietà parlata quotidianamente da generazioni di catanesi, che riflette storia, stratificazioni culturali e dominazioni che hanno attraversato la Sicilia orientale: dai Greci ai Romani, dagli Arabi ai Normanni, fino agli Spagnoli e ai Borboni.
Origini e influenze linguistiche
Il dialetto catanese si è formato attraverso secoli di contatti linguistici. Alla base c’è il latino volgare, eredità dell’Impero Romano, arricchito poi da termini greci (ancora presenti in toponimi e parole quotidiane), da prestiti arabi (legati soprattutto ad agricoltura e cibo), e da influenze spagnole e francesi durante i secoli successivi.
Un esempio: la parola "trunzu" (cavolo rapa) deriva dall’arabo.
Pronuncia e caratteristiche sonore
Una delle peculiarità più note è la pronuncia dura della “c” e della “g”, che nel catanese assumono suoni marcati e gutturali. Alcuni fenomeni tipici sono:
- Dittongazione di vocali: “pani” (pane).
- Uso del rafforzativo “assai” per “molto”.
- Troncamento delle parole: (bello) diventa “beddu”.
Il risultato è un dialetto vivace e musicale, che molti catanesi considerano un marchio d’identità e che, nonostante l’influenza dell’italiano standard, resiste ancora oggi nei contesti familiari e informali.
Espressioni e modi di dire tipici
Il dialetto catanese è ricchissimo di proverbi e modi di dire che raccontano saggezza popolare e ironia. Alcuni esempi celebri:
- “Cu mancia fa muddichi” – Chi mangia lascia briciole (nessuno è perfetto).
- “A Catania si dici, a Catania si fa” – Orgoglio catanese per le tradizioni locali.
- “Finìu a ficurinia” – È finita la festa (letteralmente “fichi d’India”).
Queste espressioni, spesso intraducibili, rappresentano uno spaccato autentico della cultura cittadina.
Curiosità: il catanese nei media e nella musica
Il dialetto catanese non è solo parlato in famiglia: è entrato anche nel teatro, nella musica e persino nella televisione. Comici storici come Angelo Musco e cantautori moderni come Carmen Consoli e Franco Battiato hanno inserito parole o inflessioni catanesi nelle loro opere, contribuendo a diffonderlo oltre i confini provinciali.