Santi Correnti, il padre catanese della Storia della Sicilia
Insigne studioso della Sicilia e della sua antica storia, Santi Correnti è uno dei personaggi simbolo di Catania. Scopri la sua interessante vita
Santi Correnti, il padre catanese della Storia della Sicilia
Catania vanta molti nomi illustri e diversi artisti che si sono distinti nel tempo per la loro creatività e il loro genio. Tra questi un nome che ha lasciato il segno nella cultura catanese è quello di Santi Correnti, uno dei simboli del capoluogo etneo e di tutta la Sicilia.
Abile oratore, orgoglioso divulgatore di aneddoti, aforismi in lingua latina, in quella italiana o in dialetto siciliano, Santi Correnti fu uno dei più importanti studiosi catanesi che riuscì a restituire il giusto valore alla terra siciliana e a rendere l’Università di Catania uno degli atenei più prestigiosi in Italia.
Per lui Catania era la città “semprerifiorente”, capace cioè di risorgere migliore dalle ceneri e pronta a riscattarsi ad ogni situazione; per lui la città etnea era terra di cultura e culla di antichi valori, che vanno sempre compresi ed apprezzati e che fanno di lui uno degli uomini più autorevoli della storia di Catania.
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La prestigiosa carriera di uno dei personaggi più autorevoli di Catania
Nato a Riposto il 28 gennaio 1924 da Antonino e Venera Leonardi e deceduto a Catania il 27 agosto 2009, Santi Correnti è stato uno storico e latinista italiano che si laureò con lode in lettere classiche presso l’Università di Catania nel 1945.
Dopo un breve periodo di studio alla Scuola Normale Superiore di Pisa, conseguì una seconda laurea in storia nel 1949 e insegnò italiano, latino e storia nelle scuole secondarie di Catania e, a volte, anche in alcune statunitensi fino al 1953, quando ottenne la libera docenza in storia moderna e iniziò a lavorare presso l’Università di Catania.
Principalmente interessato alla storia della Sicilia, oltre che alla filosofia e alla letteratura italiana e latina, nel 1964 Santi Correnti fondò e guidò l’Istituto Siciliano di Cultura Regionale (ISCRE) e nel 1973 avviò la pubblicazione della Rivista Storica Siciliana.
La vecchia generazione catanese lo ricorda ancora nella sua quotidiana rubrica televisiva, “L’Almanacco” su Antenna Sicilia, in cui divulgava sana cultura siciliana e condivideva la sua passione per la storia della Sicilia, alla quale dedicò moltissimo del suo tempo e sulla quale scrisse un centinaio di opere, sia a livello universitario che divulgativo.
Un interesse il suo talmente profondo che, nel 1970, l’Università di Catania istituì appositamente per lui la prima cattedra italiana di storia della Sicilia, che guidò fino al 1996, anno in cui si ritirò dall’attività accademica.
Inoltre, fu ispettore bibliografico onorario per la Soprintendenza ai Beni Culturali della Sicilia orientale, consigliere comunale del Comune di Riposto, medaglia d’Oro dei Benemeriti della Cultura, della Scuola e dell’Arte nel 1977, commissario della Sezione CNGEI di Riposto e “Siciliano dell’anno” nel 1991.
Insomma un personaggio poliedrico che Catania vanta e ricorda tutt’oggi dopo diversi anni dalla sua morte, con diverse onorificenze. Scopri le più importanti.
Per non dimenticare
Un nome, una garanzia, Santi Correnti è uno dei simboli di Catania e della Sicilia tutta; un nome noto non solo in ambito accademico, in onore del quale l’Associazione ”L’elefantino“ di Catania, la Regione Siciliana e l’Università di Catania hanno istituito il premio internazionale “Santi Correnti”, che viene conferito a personalità che si sono distinte nel mondo della scienza e della cultura.
Ricordare il nome di Santi Correnti è tutt’oggi possibile apprezzando le sue molteplici opere di stampo storiografico. Nei suoi 99 testi, l’autore è stato abile a proporre la Sicilia da una prospettiva insolita, osservandola in modo oggettivo, ma soprattutto esaustivo; e a rivalutare la Sicilia, purificandola dal pregiudizio della “sicilitudine” che da secoli macchia la sua autorevole reputazione.
Una voce fuori dal coro che va ricordata per non dimenticare l’importanza della nostra terra e la sua vasta ricchezza e per ringraziarla di aver lasciato un’eredità culturale di cui tutti i catanesi dovrebbero essere orgogliosi.