Un’architettura a Catania che sfida il tempo | Piazza Carlo Maria Carafa e la sua forma unica che attira i turisti
Esiste un paese vicino Catania con una piazza esagonale datata 1693. Svela un urbanismo visionario che continua a sorprendere turisti da tutto il mondo!

Esagono nato dal sisma e dal genio di Carlo Maria Carafa
Dopo il devastante terremoto dell’11 gennaio 1693, il principe Carlo Maria Carafa decise di fondare una nuova Grammichele plasmandola secondo un disegno esagonale perfetto: sei lati uguali, sei assi viari larghi dieci metri e una piazza centrale, oggi dedicata al suo ideatore.
L’architetto benedettino fra Michele da Ferla tracciò il progetto – inciso su una lavagna d’ardesia ancora conservata nel palazzo comunale – e il 18 aprile 1693 fu posta la prima pietra. Il risultato fu Piazza Carafa, oltre 8 000 m² di basalto e calcarenite, fulcro di un impianto urbano tanto razionale da anticipare le città ideali del Settecento europeo.
Un laboratorio urbanistico che continua a stupire i catanesi
Da ogni spigolo dell’esagono partono vie radiali che disegnano spicchi-quartiere autosufficienti, dotati di piazze minori pensate come spazi d’emergenza in caso di nuove calamità: una lezione di prevenzione sismica in anticipo di secoli. Ancora oggi le misurazioni rilevano scarti inferiori a 30 cm rispetto alla geometria originale, segno della solidità del tracciato.
Le facciate barocche della chiesa Madre, del municipio e del Palazzo dei Giurati incorniciano la piazza rendendola un teatro di pietra per fiere, concerti e la spettacolare «Fiera di San Michele» di fine settembre che richiama migliaia di catanesi. Non a caso il FAI ha inserito Grammichele fra i «Luoghi del Cuore» ritenendola «un unicum di razionalità urbanistica europea».