Nel catanese c'è un posto che bolliva di giuramenti | Ha un nome incredibile e stupisce i turisti di tutto il mondo
A Mineo, vicino Catania, esiste un luogo che ribolle ancora di zolfo: mito, archeologia e giuramenti che affascinano i catanesi.

Un cratere di zolfo trasformato in tribunale sacro
Nel cuore della contrada Rocchicella di Mineo, un’antica mofeta vulcanica emetteva soffi di gas e acqua solforosa che gli antichi Siculi interpretarono come voce divina: così nacque il santuario dei fratelli Palici, divinità protettrici dei giuramenti. Attorno al laghetto Naftia, la pietra lavica fu scolpita in un’enorme terrazza templare (V sec. a.C.); qui chi mentiva annegava tra bolle sulfuree, mentre chi diceva il vero riemergeva illeso: una scena che gli autori greci definirono “la bilancia degli dèi”. Scavi sistematici condotti dal 1995 dalla Soprintendenza di Catania hanno portato alla luce altari, canalette di drenaggio e migliaia di offerte votive in ceramica, oggi esposte nell’Antiquarium.
Ducezio, giuramenti infranti e scoperte moderne
Secondo lo storico Diodoro Siculo, fu il re siculo Ducezio a fondare la città-stato di Palikè (453 a.C.) per legare le tribù ribelli sotto l’egida dei gemelli figli di Zeus. Dal 2006, missioni archeologiche italo-americane hanno identificato capanne, magazzini di grano e un complesso di fornaci per la fusione dello zolfo, confermando quanto narrato dalle fonti classiche: la ricchezza economica del sito dipendeva dal commercio dei minerali vulcanici. Gli scavi hanno restituito coppe attiche, punte di lancia, tavolette con formule di giuramento; frammenti di intonaco recano impronte di mani infantili, forse dei giovani che officiavano il culto. Gli studiosi valutano ora la creazione di un itinerario tematico “Mito & Zolfo” per collegare Palikè ad altri luoghi sacri dell’entroterra catanese. Fonte: Soprintendenza BB.CC.AA. Catania – Relazione scavi 1995-2023.
Curiosità finale
Dopo forti piogge invernali, nel bacino dell’antico laghetto ricompare un velo d’acqua che ribolle sotto l’effetto di CO₂ e idrogeno solforato; al tramonto, vapori dorati avvolgono l’arcata in pietra e sembra che i Palici “parlino” ancora. I geologi dell’INGV misurano getti fino a 600 mg di gas / sec., un’anomalia unica in Sicilia orientale: un “giuramento” naturale che da 2.500 anni non smette di incantare i visitatori