Un angolo di natura che pochi hanno visto | Giardino Nuova Gussonea e il lato nascosto dell’Etna alpino
Versante ovest dell’Etna: il Giardino Nuova Gussonea dell’Università di Catania preserva flora alpina rara e affascina i catanesi.

Un orto botanico tra lava e neve
A 1.735–1.750 metri sul fianco ovest dell’Etna l’Università di Catania creò nel 1979 (inaugurazione 1981) un laboratorio a cielo aperto dedicato al botanico Giovanni Gussone. Il Giardino Nuova Gussonea abbraccia dieci ettari di colate laviche, boschi di pino laricio e grotte vulcaniche, riproducendo tutte le fasce altitudinali del vulcano: 200 aiuole mostrano dai cisti mediterranei alle praterie di silene e saxifraghe d’alta quota. In una cava è stata ricreata una grotta ipogea per felci relitte; il basalto, scaldandosi di giorno e rilasciando calore di notte, genera microclimi estremi che spiegano la straordinaria biodiversità etnea.
Il percorso principale (1,4 km) è pavimentato in pietra nera e corredato da QR-code didattici; in tarda primavera cento specie endemiche colorano la lava di giallo, viola e rosa, effetto visibile perfino dai satelliti Sentinel-2.
Laboratorio di ricerca che salva la flora etnea
Nuova Gussonea è un centro di ricerca internazionale: botanici catanesi e studiosi Erasmus monitorano adattamenti allo stress, impollinazione e successione post-eruttiva. Nel rifugio “Valerio Giacomini” funziona una banca del germoplasma con semi di oltre 600 taxa, inclusa la rarissima betulla dell’Etna (Betula aetnensis).
Una stazione meteo automatica registra da quarant’anni temperatura, vento, UV e cenere, fornendo la serie climatica d’alta quota più lunga di Sicilia: i dati servono all’INGV per i modelli di dispersione vulcanica e al CREA per studi sul pistacchio di Bronte. L’accesso pubblico (maggio-ottobre, mattino) avviene lungo un sentiero natura che parte dal rifugio Sapienza e attraversa colate secolari, licheni fluorescenti e, in primavera, le fioriture argentee di Astragalus siculus.