La verità che è rimasta nascosta per secoli | Il Parco Archeologico di Occhiolà e la sua incredibile storia

A Grammichele, vicino Catania, il Parco di Occhiolà mostra le rovine sepolte dal sisma 1693: un viaggio che sconvolge i catanesi ancora oggi.

A cura di Paolo Privitera
09 luglio 2025 21:00
La verità che è rimasta nascosta per secoli | Il Parco Archeologico di Occhiolà e la sua incredibile storia - Foto: Davide Mauro/Wikipedia
Foto: Davide Mauro/Wikipedia
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Quando la terra inghiottì Occhiolà e nacque Grammichele

Nel cuore del Val di Noto, l’antico borgo di Occhiolà dominava la valle del Simeto finché l’11 gennaio 1693 un terremoto di magnitudo stimata 7,4 lo rase al suolo, uccidendo oltre tremila persone e lasciando macerie ancora fumanti quando i superstiti — guidati dal principe Carlo Maria Carafa — decisero di fondare ex-novo la futuristica città esagonale di Grammichele

Oggi, passeggiando tra basalti fratturati, fondazioni medievali e resti di un castello normanno, si percepisce la forza del sisma che cambiò la storia urbanistica di tutta la Sicilia orientale. Il sito, istituito a parco comunale nel 1997, conserva anche tracce protostoriche e necropoli sicule, testimoniando 3.000 anni di insediamenti prima dell’apocalisse barocca.

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Oggi i visitatori — molti sono catanesi in gita scolastica — entrano dal varco meridionale e seguono un itinerario che svela il decumano greco, cisterne bizantine e mosaici pavimentali emersi dagli scavi del Ministero della Cultura. Pannelli trilingui e un’app con realtà aumentata fanno riaffiorare l’impianto urbano precedente al sisma, mentre archeologi e droni mappano nuovi settori grazie ai fondi PON “Cultura & Sviluppo”. 

Curiosità

Il belvedere panoramico offre una vista mozzafiato sulla piana di Catania e sull’Etna, ricordando come la montagna nera e il terremoto siano i due volti dello stesso destino geologico. Curiosità finale: tra i progetti finanziati nel 2023 è previsto il recupero di una strada basolata che collegava Occhiolà alla futura Grammichele, lunga 1,2 km; sarà percorribile a piedi e illuminata da lampade solari ricavate da pietra lavica reimpiegata. 

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