Cinque nomi per raccontare il Catania: da Mascara a un protagonista della Champions League
Cinque leggende rossazzurre che hanno scritto la storia del Catania, tra gol, magia e passione: scopri i protagonisti che hanno segnato un'epoca indimenticabile.

Raccontare la storia recente del Catania vuol dire inevitabilmente passare per i nomi di alcuni giocatori che hanno segnato un’epoca. Non si tratta solo di statistiche, gol o presenze: il legame con la maglia rossazzurra, per chi l’ha indossata con orgoglio, è stato qualcosa di più. In questo articolo vogliamo ripercorrere i momenti più intensi della storia recente del club etneo attraverso cinque protagonisti che hanno lasciato un segno indelebile.
Papu Gómez: il calcio danza
Chi ha visto giocare Alejandro Gómez al “Massimino” lo ricorda come un artista. Quando è arrivato a Catania nel 2010, pochi sapevano cosa aspettarsi da questo giovane argentino. Dopo tre stagioni, però, il Papu aveva già conquistato tutto e tutti: 106 presenze, 16 gol, ma soprattutto un’infinità di giocate geniali. Il suo calcio leggero, fatto di dribbling e assist, ha illuminato una squadra che stava vivendo il suo periodo d’oro in Serie A.
Papu Gómez è stato uno dei volti della stagione 2012/2013, quella del record di punti in massima serie (56). Dopo Catania, la sua carriera ha spiccato il volo: Atalanta, Siviglia, un’Europa League vinta e anche una parentesi (travagliata ma vincente) con la Nazionale argentina. Oggi, anche se una squalifica lo tiene lontano dai campi fino a ottobre 2025, il suo nome resta legato anche a un tema che guarda al futuro: è stato infatti uno degli ultimi ex Catania a giocare la Champions League, competizione di cui si torna a parlare in questo periodo con sempre maggiore attenzione, anche in ottica quote champions per la prossima stagione.
Maxi López: il Re del derby
Non è facile per un attaccante arrivare in Sicilia e farsi amare subito. Ma Maxi López ci riuscì in una manciata di minuti. Era il 31 gennaio 2010, giorno del derby contro il Palermo. Maxi entrò in campo e segnò una doppietta, dando inizio a una storia d’amore lunga tre stagioni.
Con 23 gol in 78 partite, l’argentino ha incarnato lo spirito battagliero del Catania: grinta, tecnica, fiuto del gol. Il suo stile non era elegante, ma efficace. Dopo l’esperienza etnea, ha vestito maglie importanti come quella del Milan e del Torino, ma per i tifosi rossazzurri resterà sempre “El Galina”, l’uomo delle partite che contano.
Francesco Lodi: quando il piede è un compasso
C’è chi prende il pallone e lo calcia. E poi c’è Francesco Lodi, che lo accarezzava. Per anni è stato il faro del Catania, un metronomo capace di dettare i tempi del gioco e di risolvere le partite con i suoi calci piazzati.
La sua prima esperienza con il club fu breve, ma intensa. Poi, dal 2011 al 2013, è diventato il simbolo della squadra: personalità, tecnica, freddezza. Lodi è uno di quei giocatori che riescono a far sembrare semplici anche le cose più complesse. E se il Catania ha potuto sognare una dimensione europea, il merito è anche suo.
Giuseppe Mascara: il figlio del Vulcano
Quando si parla di bandiere, a Catania c’è un nome che viene prima di tutti: Giuseppe Mascara. Siciliano doc, ha vissuto la maglia rossazzurra come una seconda pelle. È stato protagonista della promozione in Serie A nel 2006, e poi uno degli uomini chiave per mantenere la categoria.
Con 83 reti è il terzo miglior marcatore nella storia del club. Ma più dei numeri, contano le emozioni: chi può dimenticare quel gol da centrocampo contro il Palermo nel 2009? Mascara non era solo un giocatore: era il cuore pulsante della squadra, il capitano silenzioso, il simbolo di una città.
Matías Silvestre: l’argentino che portò ordine
Chiudiamo questa cinquina con un altro argentino, stavolta difensore. Matías Silvestre è stato uno dei primi a credere nel progetto Catania, arrivando in Italia nel 2008. Non parlava la lingua ma in campo si faceva capire benissimo: anticipi puliti, marcature strette, leadership naturale.
Due stagioni da titolare, poi il salto al Palermo e successivamente le esperienze con Inter, Milan e Sampdoria. Silvestre è stato uno dei tanti argentini passati da Catania, ma con una costanza e un rendimento che lo pongono al di sopra della media. È stato l’uomo che ha portato equilibrio in una squadra che amava attaccare.