Le colate laviche del 1928 | L’evento che distrusse Mascali in pochissimo tempo e sconvolse la provincia di Catania
Nel 1928 una colata lavica dell’Etna cancellò il paese di Mascali in meno di tre giorni. Un evento storico che colpì profondamente la provincia di Catania e la memoria dei catanesi.

Una delle eruzioni più devastanti della storia recente dell’Etna
Tra tutte le eruzioni del vulcano Etna, quella del 1928 è ricordata come una delle più violente e distruttive del XX secolo, soprattutto per le conseguenze dirette sulla popolazione.
La colata lavica generata dal cratere aperto sul versante nord-est distrusse completamente il centro abitato di Mascali, un comune della provincia di Catania, in appena 72 ore.
L’eruzione cominciò la notte del 2 novembre 1928 e, dopo una sequenza di forti terremoti, si aprì una fessura eruttiva nei pressi di Quota 1.200, vicino Serra delle Concazze, sopra Piano delle Donne.
Il flusso di lava: una corsa inarrestabile verso il mare
Il magma iniziò a scendere con grande velocità, alimentato da fontane di lava alte decine di metri e da un'intensa attività esplosiva.
La lava invase prima le frazioni rurali di Nunziata e Sant’Antonio, e poi puntò dritta verso Mascali, che all’epoca contava oltre 5.000 abitanti.
Il 6 novembre 1928, dopo giorni di resistenza, Mascali fu completamente sepolta: case, scuole, chiese, strade e piazze scomparvero sotto metri di roccia incandescente.
Soltanto la chiesa del Carmine e pochi edifici periferici si salvarono miracolosamente.
L'intervento del regime fascista e la “ricostruzione modello”
L’evento fu ampiamente strumentalizzato dal regime fascista. Benito Mussolini ordinò personalmente la ricostruzione del paese, trasformando Mascali in un simbolo della rinascita fascista.
Nel giro di pochi anni, il nuovo centro abitato fu riedificato a valle, con una pianta urbana razionale, strade larghe, piazza centrale e edifici in stile razionalista.
Vennero utilizzati anche detenuti e lavoratori provenienti da tutta la Sicilia, e fu fondata una scuola agraria come segnale di ripresa.
La propaganda ne parlò come “la città fascista nata dalla lava”.
L’eredità storica e vulcanologica dell’eruzione del 1928
L’eruzione del 1928 rappresenta un caso di studio fondamentale per la vulcanologia:
- È l’unica eruzione dell’Etna del XX secolo ad aver completamente distrutto un centro abitato.
- Ha fornito dati cruciali sulla velocità di avanzamento delle colate e l’imprevedibilità delle fratture eruttive.
- Ha spinto le autorità a monitorare con più attenzione il versante nord-est, oggi costellato di sensori e stazioni INGV.
Ancora oggi, i catanesi delle generazioni più anziane ricordano l’evento attraverso racconti tramandati, fotografie, feste religiose e luoghi della memoria, come il Museo della Civiltà Contadina di Mascali.