Dante chiamò l'Etna "fucina negra" | Ma cosa si nasconde davvero dietro questa potente immagine?

L'Etna vista con gli occhi di Dante, ecco l'autorevole racconto de "Il Medioevo in Italia e in Europa"

A cura di Simona Lo Certo
03 gennaio 2025 10:19
Dante chiamò l'Etna "fucina negra" | Ma cosa si nasconde davvero dietro questa potente immagine?
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Nel "Inferno" di Dante Alighieri, l'Etna viene evocato come un luogo simbolico di grande potenza e distruzione. Il sommo poeta descrive il monte siciliano come una "fucina negra", un’immagine che richiama alla mente l’inferno e la forza vulcanica. Come riportato dalla pagina social  Il Medioevo in Italia e in Europa, nel Canto XXXIV dell'Inferno, Dante colloca l’Etna tra i giganti, che circondano il grande pozzo infernale. Queste parole di Dante non solo parlano della natura selvaggia e instabile dell'Etna, ma anche della sua centralità nel pensiero medievale, come simbolo di un mondo instabile e di forze incontrollabili.

La Sicilia e l'amore a distanza di Dante

Anche se Dante non visitò mai la Sicilia, la sua opera è profondamente legata a quest'isola. La Sicilia, per Dante, è una terra che non ha bisogno di essere visitata fisicamente, poiché attraverso la lingua poetica è come se l'avesse abitata. L'isola rappresenta per lui la matrice della poesia volgare italiana, un elemento essenziale per lo sviluppo della lingua e della cultura letteraria. Dante riconosce la Sicilia non solo per la sua bellezza naturale e storica, ma anche per i suoi legami con l’antica Grecia, le leggende mitologiche e i fasti del Regno di Federico II.

La Sicilia tra mito e storia

Dante non dimentica la Sicilia e le sue complessità storiche, che emergono anche nelle sue parole. L'isola è teatro di grandi eventi, come la rivolta dei Vespri Siciliani contro la signoria angioina, che segna un momento di ribellione e resistenza popolare. Inoltre, Dante la menziona anche attraverso la figura di Manfredi, il giovane re ghibellino, il quale, pur essendo morto, chiede aiuto a Dante affinché venga ricordato dai vivi e che i suoi suffragi vengano richiesti. La Sicilia appare quindi come un crocevia di storia, mitologia e bellezza che Dante esplora con un misto di ammirazione e sgomento. Il poeta chiama l’Etna "Mongibello" con un affetto che esprime la sua consapevolezza della sua grandiosità, rendendola un simbolo immortale di un’isola che ha segnato la sua poetica.

L'Etna e la Sicilia sono, dunque, per Dante non solo luoghi fisici ma anche simboli di forza, storia e cultura che influenzano profondamente la sua visione poetica.

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