Perché a Catania si Dice "Mbare"?

Ma perché a Catania si dice "Mbare"? Scopri l'etimologia, l'evoluzione ed il significato del termine "mbare" a Catania!

A cura di Simona Lo Certo
28 febbraio 2024 10:00
Perché a Catania si Dice "Mbare"?
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 A Catania tutti sono “Mbare”.

È quasi impossibile infatti, assistere ad una conversazione tra due catanesi doc in cui non vi sia un “mbare” detto a supporto dell’argomento trattato.

Siamo quindi tutti d’accordo nell’affermare che “mbare” sia l’intercalare per eccellenza che i catanesi usano assiduamente e in modo del tutto naturale e spontaneo nel corso dei loro dibattiti quotidiani. Entrato a far parte del repertorio del catanese doc, viene utilizzato con molta nonchalance non solo dai caratteristici “mammoriani” (ai quali è facile sentire dire un “mbare, mammoriri me ‘oma”, che tradotto assume la forma contratta di “Te lo giuro fratello”), ma anche da altre persone appartenenti a diversi ceti culturali, per marcare il discorso e riferirsi con confidenza al proprio interlocutore, anche quando si tratta di un completo estraneo. 

Perché diamoci la verità, un “mbare” buttato qua e là, va bene per qualsiasi occasione d’uso sia quando si vuole ad esempio contrariare qualcuno con un “avaia, mbare” (fratello non sono d’accordo con te), oppure quando si ha fretta e si vuole sollecitare l’altro ad andare rivolgendogli un “mbare, ammuninni!” (fratello andiamo) o ancora, quando si è infastiditi dalla presenza di qualcuno a cui viene intimato un “mbare allaschiti” (fratello per la tua incolumità, ti invito di allontanarti dalla mia vista). Poche parole, per esprimere un concetto coinciso.

Come ogni termine che si rispetti, anche “mbare” ha una sua origine ed etimologia, che ha subito un’evoluzione nel corso del tempo.

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Etimologia ed Evoluzione del Termine “Mbare”

Sebbene quasi nessuno faccia più caso a quante volte pronunci “mbare” e a quante altre lo inserisca nei suoi discorsi, da diverse generazioni questa parola è parte integrante del repertorio dialettale catanese. Probabilmente non tutti sanno che, la versione del termine che oggi si usa a Catania è la diretta abbreviazione del termine siciliano “cumpari”, che a sua volta deriva dal latino “compater“, composto da “cum“, che significa “insieme a” e “pater” che significa invece padre, e che insieme compongono l’appellativo che i latini utilizzavano per riferirsi al proprio padrino di Battesimo o al proprio testimone di nozze. 

Inizialmente quindi, la forma contratta era “mpari”, che ancora oggi è possibile sentire in alcune zone dell’interland, che è stata poi sostituita da “mbare”.

Nonostante quindi, “cumpari” venga ancora utilizzato a Catania mantenendo il suo significato originario, “mbare” si è affermato prepotentemente negli autoctoni odierni, che sentono quell’irrefrenabile bisogno di concludere un discorso con un “capito, mbare” per essere certi che i loro interlocutori abbiano compreso non solo il discorso appena espresso, ma in taluni casi, anche che abbiano empatizzato con lo stesso.

Ma vediamo quindi subito qual è il…

Significato di Mbare: un Termine dalle Varie Sfumature

Come premesso e ribadito, il catanese per eccellenza è consono utilizzare mbare in varie occasioni d’uso.

Ma arrivati fin qui, occorre fare un’importante precisazione: cambiando l’intonazione, contesto e destinatario, anche ‘mbare muta di significato.

Eh si, perché “mbare” può essere utilizzato con un’accezione amichevole, ma allo stesso tempo per intimidire qualcuno. In quest’ultimo caso, la domanda retorica sarà “mbare ci su pobblemi?” (amico, il mio comportamento ti causa per caso qualche problema?), la cui risposta comporterà in egual modo un atteggiamento di stizza e di fastidio in chi ha posto il quesito, che desidera non essere disturbato anche quando sta provando a “schiavettare” tranquillamente un motorino.

Non solo: il bisogno di comunicazione mostrato dal catanese verace è stato tale da permettere la declinazione e diffusione della sua variante femminile “mbaruzza”, un appellativo o vezzeggiativo specifico che le ragazze catanesi utilizzano tra loro per chiamarsi quando sono in confidenza.

A rendere più colorito un “mbare” sono però i numerosi termini che lo accompagnano ogni giorno e che variano al variare dell’intenzione comunicativa dei parlanti. Basta infatti un “Cettu mbare!” per dare certezza; o un “non aiu raggiuni mbare?” per cercare approvazione; oppure un “mizzica mbare!” per esprimere sorpresa o stupore. C’è poi il catanese più fine che marca le sue frasi con un “mbare” solo per dare un tono confidenziale ad una conversazione tra amici; oppure c’è chi se ne esce con un “apposto mbare!” per dire che una situazione è stata risolta. 

Insomma, per un catanese un mbare è per sempre: va bene per tutte le stagioni e per tutti i contesti.

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