L’emergenza cenere dell’Etna può essere risolta coi percettori del Reddito di Cittadinanza

È una proposta sicuramente e volontariamente provocatoria quella del presidente del IV municipio di Catania ma che potrebbe trovare consenso dai più. La cenere vulcanica esplosa dall’Etna comincia ad essere molta e in un arco temporale davvero ristretto, facendo divenire un casuale avvenimento una v...

A cura di Marco D'Urso
08 luglio 2021 18:21
L’emergenza cenere dell’Etna può essere risolta coi percettori del Reddito di Cittadinanza
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È una proposta sicuramente e volontariamente provocatoria quella del presidente del IV municipio di Catania ma che potrebbe trovare consenso dai più. La cenere vulcanica esplosa dall’Etna comincia ad essere molta e in un arco temporale davvero ristretto, facendo divenire un casuale avvenimento una vera e propria possibile emergenza.

Il presidente del IV municipio è scettico riguardo l’abilità e possibilità del Comune e relativi operatori di poter provvedere alla rimozione della cenere vulcanica: «Con i mezzi e le risorse a disposizione del Comune non possono essere garantiti interventi di pulizia immediati o comunque tempestivi».

Dalla sfiducia verso il Comune, il presidente del IV municipio dà una facile soluzione per coadiuvare il lavoro degli operatori comunali, chiamando a sé i percettori del Reddito di Cittadinanza, finora mai impiegati: «Per queste ragioni è fondamentale chiedere aiuto ai volontari o a tutti i componenti dell’associazionismo etneo che potrebbero dare una grossa mano in tal senso. Oltre all’impiego dei percettori del RdC, gli enti no profit potrebbero coadiuvare la protezione civile e gli operai comunali soprattutto per quanto riguarda lo smaltimento della cenere vulcanica e la pulizia dei marciapiedi».

Infine la proposta di un tavolo tecnico coi sei municipi per l’emergenza della cenere: «Un tavolo tecnico permanente attorno a cui debbano sedersi i rappresentanti dei sei municipi etnei insieme a tecnici, esperti e al mondo dell’associazionismo. L’idea sarebbe quella di stilare una mappa con le zone maggiormente a rischio della città. Una tavella di lavoro dove inserire, oltre alle strade, pure i passaggi pedonali, i parchi, le piazze ed i principali luoghi di aggregazione di Catania».

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