Storico luogo tra le colline di Catania: qui la storia non ha mai smesso di contare i suoi nomi

A Motta Sant’Anastasia, tra colline laviche e vento, riposano migliaia di soldati tedeschi della Seconda guerra mondiale.

07 dicembre 2025 12:00
Storico luogo tra le colline di Catania: qui la storia non ha mai smesso di contare i suoi nomi - Foto: Rabe!/Wikipedia
Foto: Rabe!/Wikipedia
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Un luogo che la memoria non ha cancellato

A pochi chilometri da Catania, nascosto tra le colline nere di Motta Sant’Anastasia, si trova un luogo che parla piano, ma non smette mai di farsi sentire.
È il Cimitero militare germanico, un campo di riposo che accoglie oltre 4.500 soldati tedeschi caduti durante la Seconda guerra mondiale.

Realizzato nel 1959, questo spazio ordinato e sobrio fu costruito per volontà della Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge, l’organizzazione tedesca che si occupa dei cimiteri di guerra all’estero.
Le spoglie che oggi riposano qui provengono da diverse zone della Sicilia orientale, dove, nell’estate del 1943, infuriarono i combattimenti tra le forze dell’Asse e gli Alleati.

Il terreno fu donato dallo Stato italiano, mentre l’intera area venne sistemata con la cura rigorosa che contraddistingue i luoghi della memoria tedesca.
Il risultato è un paesaggio di croci in pietra lavica, tutte uguali, allineate in silenzio, incastonate in un ambiente dove l’Etna osserva immobile e il vento sembra custodire le voci di chi non tornò mai a casa.

L’ordine, la pietra, il silenzio

Chi varca il cancello del cimitero si trova immerso in una geometria perfetta. Le croci grigie, scolpite nella roccia dell’isola, si susseguono con rigore quasi matematico, ma senza ostentazione.
Ogni nome inciso è una storia che si è fermata improvvisamente durante la Campagna di Sicilia del 1943, quando le truppe alleate avanzarono dal sud dell’isola fino a Catania e Messina.

Il luogo è curato con una precisione costante, mantenuto dallo stesso ente che gestisce altri cimiteri tedeschi in Italia, come quelli di Pomezia e Costermano.
Non ci sono monumenti celebrativi né statue trionfali: solo croci basse, prati rasati e alberi discreti, elementi che compongono un silenzio universale, capace di parlare più di qualunque discorso ufficiale.

Da qui, nelle giornate limpide, si scorge la cima innevata dell’Etna e, più in lontananza, la pianura che conduce al mare.
È un panorama che fonde natura e memoria, e che trasforma questo angolo di Motta Sant’Anastasia in una pagina di storia aperta, sospesa tra la terra e il ricordo.

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