L’opera gigantesca che non fu mai completata: il segreto nascosto nel cuore di Catania

Nel centro di Catania sorge una chiesa immensa e incompiuta. La sua storia, tra ambizione e mistero, cela una curiosità inattesa.

06 dicembre 2025 21:00
L’opera gigantesca che non fu mai completata: il segreto nascosto nel cuore di Catania - Foto: Nicolò Arena/Wikipedia
Foto: Nicolò Arena/Wikipedia
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Il sogno monumentale di una città rinata

Nel cuore di Catania, accanto al Monastero dei Benedettini, si erge la Chiesa di San Nicolò l’Arena, una delle più vaste costruzioni religiose della Sicilia.

La sua storia comincia nel 1687, quando i monaci benedettini decisero di dotare il loro complesso di un luogo di culto grandioso, degno della potenza e della rinascita della città dopo il disastroso terremoto del 1669 e la ricostruzione del 1693. Il progetto fu affidato ad alcuni dei più grandi architetti dell’epoca barocca catanese, tra cui Giovanni Battista Contini e Francesco Battaglia.

L’intenzione era chiara: creare una chiesa che potesse competere con le grandi basiliche italiane, un tempio capace di riflettere la forza spirituale e culturale della nuova Catania. Tuttavia, l’ambizione superò presto le possibilità economiche e tecniche del tempo.

L’edificio, infatti, non venne mai completato del tutto. La facciata rimase incompiuta, spoglia, come un gigante addormentato di pietra lavica e calcarea. Le colonne isolate, i marmi mai inseriti e i segni di costruzioni interrotte testimoniano ancora oggi un sogno rimasto sospeso.

Tra ombre, silenzi e grandezza

All’interno, la chiesa di San Nicolò l’Arena sorprende per la sua maestosità: una navata unica che corre per quasi 105 metri, con cappelle laterali, cupole incompiute e decorazioni che alternano tratti finiti ad altri lasciati allo stato grezzo.

Camminare in questo spazio significa avvertire il peso del tempo sospeso, dove ogni eco sembra raccontare la storia di una città che, pur ferita, non smise mai di sognare in grande.

Le cronache raccontano che, dopo la ricostruzione post-terremoto, i monaci benedettini riuscirono a edificare solo una parte dell’enorme progetto originario, pur mantenendo l’interno riccamente decorato con altari, organi monumentali e opere d’arte.

La cupola, costruita successivamente, fu danneggiata e più volte restaurata. Oggi domina la vista su Catania da una terrazza panoramica che permette di osservare l’Etna, il mare e le cupole barocche della città.

Eppure, ciò che colpisce di più è la facciata incompiuta, divenuta simbolo stesso della grandezza imperfetta di Catania: un monumento maestoso che non ha mai avuto bisogno di finire per essere considerato eterno.

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