Il villaggio dove il tempo sembra essersi fermato: tra le colline dell’Etna si nasconde un borgo che pochi conoscono
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Un borgo sospeso tra montagna e mare
C’è un punto, lungo la strada che sale verso l’Etna nord, dove la montagna si apre e lascia intravedere il mare. È lì che appare Presa, una piccola frazione di Piedimonte Etneo.
Non è un luogo che si nota per caso: bisogna cercarlo. Le case in pietra lavica, i vicoli stretti, l’aria leggera che arriva dai boschi e il profumo della terra vulcanica lo rendono un posto fuori dal tempo. Chi arriva fin quassù ha la sensazione di entrare in un’altra epoca, dove la fretta non esiste e la vita scorre al ritmo dei campi e delle stagioni.
Il borgo nasce tra il Seicento e il Settecento, quando le colate dell’Etna avevano già modellato tutto il paesaggio. I contadini costruirono case solide, basse, e piccole chiese attorno a un centro abitato che, ancora oggi, conserva un equilibrio raro. Da ogni angolo si vedono le pendici verdi del vulcano, e nei giorni limpidi si scorge la costa di Taormina.
Una comunità che ha conservato la sua identità
In molti paesi etnei la modernità ha cancellato i segni del passato, ma a Presa no. Il borgo è rimasto intatto, come se il tempo avesse deciso di fare una pausa. Qui l’Etna non è solo uno sfondo: è una presenza costante, un vicino di casa che detta le regole e scandisce la vita.
Chi ci vive lo sa bene. Le antiche case rurali sono ancora in uso, e i muretti lavici delimitano campi e orti come un tempo. L’atmosfera è quella delle comunità piccole ma coese, dove tutti si conoscono e dove ogni stagione porta il suo ritmo: le nevi in inverno, i profumi di zolfo in estate, le ombre lunghe dell’autunno.
A pochi chilometri, la frazione di Presaille segna il passaggio verso i boschi di castagno. Lì la natura riprende il sopravvento, e il silenzio diventa quasi perfetto.
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