Il paese catanese che nacque da una promessa e custodisce una reliquia che pochi conoscono

San Cono, nel cuore della provincia di Catania. Un borgo nato da una promessa e legato a un santo che ha lasciato un segno indelebile.

19 dicembre 2025 15:00
Il paese catanese che nacque da una promessa e custodisce una reliquia che pochi conoscono - Foto: Maurostagnitta/Wikipedia
Foto: Maurostagnitta/Wikipedia
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Un nome, una storia, un giuramento

Tra le campagne dell’entroterra catanese, dove la terra profuma ancora di grano e mandorli, si trova San Cono, un piccolo paese che non somiglia a nessun altro.
Qui tutto è iniziato da un voto, da una promessa fatta in un momento di paura e di fede.
Le origini del borgo risalgono al XVII secolo, quando il territorio faceva parte dei feudi della contea di Caltagirone.
Fu Carlo Maria Carafa Branciforte, principe di Butera, a volerne la fondazione, scegliendo di dedicarlo a San Cono di Naso, monaco basiliano vissuto nel XII secolo, venerato in tutta la Sicilia per i prodigi e le guarigioni attribuite al suo nome.

Il paese crebbe lentamente intorno alla chiesa madre, costruita in suo onore.
Le famiglie contadine arrivavano da paesi vicini per lavorare i terreni, trovando qui un rifugio e un nuovo inizio.
San Cono divenne così una comunità di poche strade ma di grande cuore, dove la devozione e il lavoro della terra sono rimasti uniti fino a oggi.

Un borgo di silenzio e memoria

Passeggiare per San Cono significa attraversare un luogo che ha conservato la sua anima.
Le case basse, i cortili interni, le facciate color miele raccontano una quotidianità che altrove si è persa.
La chiesa madre, dedicata al santo patrono, custodisce una reliquia autentica di San Cono, dono che arrivò da Naso nei secoli passati.
È qui che il paese si ritrova, nelle giornate d’estate come in quelle d’inverno, davanti a quel reliquiario che ha dato un’identità a un intero popolo.

Intorno, le colline si aprono su una campagna ancora viva, punteggiata da ulivi, mandorli e fichi d’India.
San Cono ha conosciuto periodi difficili, terremoti, povertà e migrazioni, ma non ha mai perso la propria voce.
È uno di quei borghi che restano fedeli a se stessi, lontani dal rumore, dove ogni passo risuona ancora come un eco di passato.

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