Il borgo tra Acireale e l'Etna che cela una storia affascinante e poco conosciuta

Tra Acireale e l’Etna, Santa Maria la Stella nacque dal silenzio dopo il disastro del 1693. Un luogo che racconta la rinascita.

15 dicembre 2025 15:00
Il borgo tra Acireale e l'Etna che cela una storia affascinante e poco conosciuta - Foto: Gabriele052/Wikipedia
Foto: Gabriele052/Wikipedia
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Quando tutto cominciò da capo

C’è un punto, tra Acireale e le prime pendici dell’Etna, dove la storia ha ripreso a camminare. È Santa Maria la Stella, una frazione che non nasce da un’espansione urbana, ma da una scelta di sopravvivenza.

Dopo il terribile terremoto del 1693, quello che cancellò interi paesi della Val di Noto, i superstiti di Aci Sant’Antonio e delle campagne vicine decisero di risalire verso la collina, cercando una zona più stabile, meno minacciata dalle fratture del suolo. Qui, su un pianoro lavico coperto di ginestre, nacque un nuovo insediamento. Gli abitanti lo dedicarono alla Vergine Maria, come segno di gratitudine per essere ancora vivi.

Le prime case erano semplici, costruite in pietra nera e calce. Attorno alla piccola chiesa sorsero botteghe, orti e cortili. Poi, col passare degli anni, il villaggio crebbe in modo ordinato, seguendo l’andamento dei campi e delle strade rurali. Il risultato è un tessuto urbano che ancora oggi conserva l’impronta settecentesca, con la piazza centrale come cuore della vita collettiva.

Un borgo ai piedi del vulcano

Guardando Santa Maria la Stella da lontano si capisce subito il suo carattere: un paese di confine. Da un lato c’è il mare di Acireale, dall’altro il profilo del vulcano che si staglia dietro i tetti. Qui la vita si è sempre svolta in equilibrio tra la terra coltivata e la montagna fumante.

Le campagne intorno sono disegnate da muretti lavici e da antichi sentieri che collegavano le masserie. Molte famiglie vivono ancora nelle vecchie case padronali, ristrutturate senza perdere l’anima originaria. In certe giornate limpide, il vento porta l’odore degli agrumi e il rumore lontano delle onde. È un luogo che sembra sospeso, dove la modernità è arrivata piano, senza stravolgere la misura delle cose.

Chi ci passa per la prima volta resta colpito dal senso di calma. Niente clamori, nessuna monumentalità, solo la quotidianità di un borgo che ha imparato a convivere con il tempo, con la memoria e con la terra che si muove sotto i piedi.

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