Il palazzo di pietra che da secoli custodisce enigmi nel cuore di Militello

Militello in Val di Catania nasconde un monastero secolare che ha segnato la storia barocca della città e cela una curiosità inattesa.

01 novembre 2025 15:00
Il palazzo di pietra che da secoli custodisce enigmi nel cuore di Militello - Foto: Donmalgioglio/Wikipedia
Foto: Donmalgioglio/Wikipedia
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Un luogo che segna la storia di Militello

Nel centro storico di Militello in Val di Catania, tra palazzi nobiliari e chiese barocche, sorge il Monastero di San Benedetto. Non è solo un edificio religioso, ma un simbolo della ricostruzione settecentesca che trasformò la città dopo il devastante terremoto del 1693.

Fondato per accogliere la comunità benedettina femminile, il monastero si lega indissolubilmente alla grande stagione del Barocco siciliano, che qui raggiunse vette artistiche e architettoniche di straordinaria raffinatezza. La sua presenza influenzò la vita culturale, sociale e spirituale della città, rendendolo uno dei centri di potere religioso più rilevanti della zona.

Architettura e atmosfere di un complesso unico

Il complesso monastico si caratterizza per la facciata in stile barocco, con un linguaggio architettonico che richiama quello dei grandi maestri attivi in tutta la Val di Noto. All’interno, gli spazi raccontano la vita di clausura delle monache benedettine, fatta di ritmi silenziosi, preghiera e isolamento dal mondo esterno.

La pianta del monastero è organizzata attorno a un chiostro centrale, luogo di meditazione e centro della vita conventuale. Le sale, i corridoi e gli ambienti di servizio rivelano una funzionalità essenziale, tipica delle comunità monastiche, ma arricchita da dettagli che ne esaltano il valore storico e artistico.

Oggi il monastero, pur trasformato e adattato a usi diversi, continua a rappresentare una traccia viva del passato barocco di Militello. È una testimonianza architettonica che, accanto alle altre chiese e ai palazzi nobiliari, ha contribuito a inserire la città nel Patrimonio dell’Umanità UNESCO, all’interno del sito seriale “Città tardo barocche del Val di Noto”.

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