Un ponte tra lava, acqua e millenni: lo trovi vicino Catania ed è stato un nodo strategico tra terre e potere
Il Ponte dei Saraceni ad Adrano, tra Simeto e lave millenarie, è un capolavoro normanno che unisce storia, natura e leggende.
 Paolo Privitera
                                                                Paolo Privitera
                            
                         
                                                            Un ponte tra lava, acqua e millenni
Tra le campagne di Adrano, il Ponte dei Saraceni si erge da secoli come guardiano del fiume Simeto. Nonostante il nome, non ha origini arabe: fu edificato nel XII secolo dai Normanni, probabilmente su resti romani preesistenti. La sua struttura in pietra lavica e calcarea, con l’elegante arco ogivale centrale, racconta una storia di dominazioni e rinascite, sopravvivendo a piene, terremoti e guerre. Ancora oggi, attraversarlo significa camminare sul filo della storia.
Nodo strategico tra terre e potere
Il ponte non era soltanto un collegamento viario: rappresentava un punto strategico fra Adrano, Centuripe e Catania. Le fortificazioni circostanti, come i castelli normanni di Adrano e Paternò, ne facevano un tassello fondamentale nel controllo militare e commerciale della Sicilia medievale. Questo crocevia favoriva scambi, spostamenti di eserciti e consolidava il dominio normanno sull’isola.
Le ferite del tempo e la forza della natura
Le acque del Simeto e le eruzioni dell’Etna hanno più volte minacciato la stabilità del ponte. Nel 1948 una violenta piena distrusse alcune arcate laterali, successivamente ricostruite con forme diverse dalle originali. Nonostante queste ferite, l’arco centrale rimane intatto, simbolo di resilienza architettonica. Oggi il ponte si inserisce in un paesaggio unico, caratterizzato dalle forre laviche del Simeto, canyon basaltici spettacolari modellati dall’acqua e dal fuoco.
Un gioiello immerso nella natura protetta
Dal 2000 il Ponte dei Saraceni è parte del Sito di interesse comunitario delle Forre laviche del Simeto. Visitare questo luogo significa scoprire non solo un monumento medievale, ma un paesaggio naturale straordinario: gole nere di lava scolpite nei secoli, vegetazione mediterranea, prismi basaltici e cavità modellate dall’acqua. È un intreccio perfetto tra storia e natura, che rende il ponte un simbolo identitario della valle del Simeto.
Una curiosità che sorprende i visitatori
Il nome “Saraceni” non ha nulla a che vedere con gli Arabi. La denominazione nacque probabilmente da una leggenda popolare o da un errore tramandato nei secoli. In realtà, il ponte è un capolavoro normanno, fondato su basi romane: una stratificazione unica che unisce epoche e civiltà in un’unica opera.
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