Un cuore di pietra lavica nella città di Catania: resiste al tempo e nasconde una verità sorprendente

Nel cuore di Catania sorge una chiesa che custodisce memorie, tesori e una curiosità poco nota che sorprende ogni visitatore.

26 ottobre 2025 15:00
Un cuore di pietra lavica nella città di Catania: resiste al tempo e nasconde una verità sorprendente - Foto: Luca Aless/Wikipedia
Foto: Luca Aless/Wikipedia
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Un cuore di pietra lavica nella città antica

Nel centro storico di Catania, lungo la scenografica via Crociferi, sorge la Chiesa di San Francesco d’Assisi all’Immacolata, una delle architetture più imponenti e suggestive della città.

Edificata dopo il terribile terremoto del 1693, la chiesa sostituì un precedente edificio medievale distrutto dal sisma. Il nuovo complesso, ricostruito in stile barocco siciliano, rappresenta una delle tappe fondamentali del percorso urbano che unisce i grandi complessi religiosi catanesi.

La facciata, in pietra calcarea e lavica, si distingue per la sua monumentalità, mentre all’interno la pianta a croce latina accoglie cappelle laterali ornate da stucchi e decorazioni che esaltano la luminosità degli spazi. Il contrasto tra le superfici scure della pietra vulcanica e i decori chiari rende questa chiesa un esempio emblematico della ricostruzione barocca catanese.

Un simbolo legato a Sant’Agata

Oltre al valore architettonico, la chiesa è profondamente legata alla devozione per Sant’Agata, patrona di Catania. Proprio da qui, ogni anno, parte una delle processioni più sentite durante le celebrazioni agatine: quella che conduce il simulacro della Santa per le vie cittadine.

Questo legame ha reso la chiesa un punto di riferimento religioso e culturale, trasformandola in un luogo dove fede, tradizione e storia si intrecciano. Anche i chiostri e gli ambienti annessi raccontano il ruolo centrale che i francescani ebbero nello sviluppo della spiritualità cittadina.

Passeggiando nella navata, si respira un’atmosfera sospesa, fatta di silenzio e di echi di secoli passati. Ogni elemento, dalle cappelle laterali agli arredi, sembra rimandare alla resilienza della città, rinata più volte dalle ceneri delle eruzioni e dei terremoti.

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