Il rudere a Santa Venerina che sopravvive tra le lave dell’Etna e che pochi conoscono
A Santa Venerina, la chiesa della Tenutella ridotta a rudere racconta crolli, rinascite mancate e una storia sorprendente.
 Paolo Privitera
                                                                Paolo Privitera
                            
                         
                                                            Un santuario nato tra vigneti e pietra lavica
Nel territorio di Santa Venerina, immerso tra vigne e colate etnee, sorge ciò che resta della Chiesa della Tenutella.
Non si tratta di un edificio qualunque: era un luogo di culto rurale, costruito con pietra lavica locale e destinato a diventare punto di riferimento per la comunità contadina sparsa nella campagna.
Oggi l’edificio appare come un rudere: i muri in parte crollati, le aperture senza infissi, i resti dell’abside appena intuibili tra le erbacce e i muretti di campagna. Nonostante lo stato di abbandono, la chiesa continua a rappresentare un testimone silenzioso della vita religiosa che per secoli ha scandito le giornate della popolazione locale.
L’impatto delle eruzioni e l’abbandono
Il destino della Tenutella fu segnato dalla forza dell’Etna. Alcune eruzioni, colate laviche e terremoti che hanno colpito il territorio tra il XVIII e il XX secolo ne hanno indebolito la struttura.
La sua posizione, in una zona di forte attività vulcanica, l’ha resa particolarmente vulnerabile. Con il passare degli anni, la chiesa è stata gradualmente abbandonata, lasciata al degrado e al silenzio.
Oggi è un rudere che resiste, immerso in una natura potente che lentamente se ne riappropria, ma che porta con sé l’eco delle celebrazioni religiose, delle processioni rurali e della vita semplice dei contadini di Santa Venerina.
 19.4°
		19.4°
	 
				 
				