Un sito patrimonio dell'UNESCO, il primo parco regionale siciliano tra misteri, biodiversità e scienza

Il Parco dell’Etna, primo parco regionale siciliano che custodisce misteri, natura estrema e storia millenaria siciliana!

A cura di Paolo Privitera
14 agosto 2025 15:00
Un sito patrimonio dell'UNESCO, il primo parco regionale siciliano tra misteri, biodiversità e scienza - Foto: al innaì (Al Ianni) - Flickr/Wikipedia
Foto: al innaì (Al Ianni) - Flickr/Wikipedia
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Il primo parco regionale siciliano: una vetta di primati

Nel 1987 nasceva ufficialmente il Parco dell’Etna, diventando il primo parco naturale regionale della Sicilia. Si tratta di un’area protetta vastissima, di oltre 58.000 ettari, che abbraccia il vulcano attivo più alto d’Europa e include 20 comuni, tra cui molti della provincia di Catania.

Questo territorio non è solo un simbolo naturalistico: è una fusione di biodiversità estrema, antiche coltivazioni, borghi medievali, colate laviche e crateri fumanti, che cambiano forma e colore nel giro di poche stagioni. Nessun altro parco in Italia possiede una tale varietà di paesaggi concentrati in così poco spazio.

Un vulcano che ha generato cultura

L’Etna, che domina Catania e tutta la sua provincia, non è soltanto una montagna o un vulcano: è una divinità geologica, fonte di vita e distruzione. Fin dall’antichità ha influenzato miti greci e latini, ispirando poeti come Virgilio e Ovidio.

Gli abitanti locali lo chiamano affettuosamente “a Muntagna”, e ne parlano al femminile, come fosse una madre potente e imprevedibile. Le sue frequenti eruzioni hanno modellato il territorio e la cultura: le città si sono adattate, costruendo su lava antica, trasformando il pericolo in risorsa.

Una biodiversità che sfida la scienza

All'interno del Parco dell’Etna si passa dai limoneti e agrumeti subtropicali della fascia più bassa ai paesaggi lunari e desertici oltre i 2.500 metri. Una sola escursione può attraversare quattro fasce climatiche, una rarità ecologica.

Il parco ospita centinaia di specie endemiche, tra cui la betulla dell’Etna (Betula aetnensis), presente solo qui, e la ginestra etnea, che sboccia anche sopra la lava. Oltre a queste, volpi, poiane, gufi reali e perfino gatti selvatici abitano le sue gole e faggete.

Un parco con quattro “anime”

Il parco è suddiviso in quattro zone di tutela ambientale. La zona A è la più protetta, accessibile solo a piedi, ed è qui che si trovano i crateri sommitali e le colate più giovani. Le zone B, C e D, via via meno rigide, includono villaggi, vigneti, castagneti secolari e sentieri escursionistici.

Questo sistema consente di preservare la natura più intatta, offrendo al contempo opportunità agricole, turistiche e scientifiche. Ogni zona ha una funzione specifica, per bilanciare tutela e presenza umana.

Un sito Patrimonio dell’Umanità UNESCO

Nel 2013, l’Etna e il suo parco sono stati inseriti tra i patrimoni naturali dell’umanità dall’UNESCO, proprio per l’importanza geologica, culturale e biologica del sito. È uno dei pochi vulcani attivi al mondo con questa qualifica, e rappresenta un laboratorio naturale a cielo aperto, unico per comprendere la vita sul nostro pianeta.

Curiosità: il parco che cambia costantemente

A differenza di qualsiasi altro parco in Italia, il Parco dell’Etna è in costante trasformazione. Ogni eruzione potrebbe modificare i sentieri, i crateri e le valli!

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