Tentativo di traffico di cellulari in carcere | La sorprendente verità sulla Polizia di Catania che ti lascerà senza parole!
Tre giovani denunciati a Catania per tentato contrabbando di cellulari in carcere con un drone. Scopri i dettagli di questa audace operazione! 📱🚁👮♂️

Tentativi di contrabbando di cellulari in carcere: tre giovani denunciati a Catania
Negli ultimi giorni, la Polizia di Stato di Catania ha sventato un tentativo audace di introduzione di telefoni cellulari all’interno di un carcere locale. Tre giovani, due di Paternò e uno di Catania, sono stati denunciati dopo essere stati sorpresi mentre cercavano di utilizzare un drone per consegnare i dispositivi ai detenuti.
Il fatto è avvenuto nel corso di controlli serali nel centro cittadino. Gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico hanno notato un’auto sospetta con a bordo i tre ragazzi, il cui atteggiamento nervoso ha insospettito gli operatori. Alla vista della pattuglia, uno dei giovani ha tentato di giustificare la loro presenza sul posto dicendo che si erano fermati per fumare una sigaretta, ma la spiegazione non è stata ritenuta credibile dai poliziotti.
Una perquisizione dell’automobile ha rivelato un drone, sistemato nel sedile posteriore, collegato a un involucro di cellophane contenente uno smartphone e due mini cellulari. Non solo, durante il controllo, gli agenti hanno anche trovato un ulteriore involucro con altri due telefoni all’interno di una scarpa, unitamente a una borsa con gli accessori necessari per il funzionamento del drone.
Le indagini hanno accertato che i telefoni erano destinati a essere smaltiti in carcere tramite l’ingegnoso sistema aereo. In seguito a questo ritrovamento, il materiale è stato sequestrato, compresi anche i cellulari personali dei giovani.
Le autorità hanno subito informato i Pubblici Ministeri di turno presso il Tribunale di Catania e il Tribunale per i Minorenni. I tre ragazzi sono stati denunciati per tentato accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, sebbene rimanga valida la presunzione di innocenza fino a condanna definitiva. Nel caso del minore coinvolto, la Polizia ha deciso di affidarlo a un familiare.
Questo episodio solleva interrogativi sull’uso della tecnologia nel crimine e sulla sicurezza all’interno delle strutture carcerarie. La Proposta è chiara: un attento monitoraggio e controlli più severi possono rivelarsi essenziali per prevenire simili tentativi di traffico illecito in futuro.