Una storia che non ti avevano mai raccontato | Catanesi a tavola con il dolce più buono con delle radici sorprendenti

Scopri il dolce borbonico tipico di Catania , ricco di curiosità e tradizione, con storia e chicca finale imperdibile!

A cura di Paolo Privitera
19 luglio 2025 15:00
Una storia che non ti avevano mai raccontato | Catanesi a tavola con il dolce più buono con delle radici sorprendenti - Foto: Auregann/Wikipedia
Foto: Auregann/Wikipedia
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Le radici borboniche del dolce catanese

 Le Rame di Napoli sono un biscotto morbido al cacao, ricoperto di glassa fondente e spesso arricchito con granella di pistacchio, tipico delle pasticcerie di Catania nel periodo di Ognissanti. Nonostante il nome, non hanno origini napoletane: la ricetta risale sicuramente alla provincia etnea, e compare già nei romanzi di Giovanni Verga, scrittore catanese, con riferimenti alle monache della Badia di Santa Chiara.

Il nome che parla di storia e protesta

 Il motivo del nome è legato a una moneta borbonica: nel 1816, con l’unificazione del Regno delle Due Sicilie, fu coniata una moneta in rame, meno preziosa dell’oro o del denaro. I catanesi, con spirito irriverente, crearono un dolce che riproduceva la nuova moneta, quasi a scherno verso il sovrano. L’ipotesi è supportata da fonti storiche locali e accreditata da storici della cucina siciliana.

Ingredienti, varianti e tradizione autentica

 La ricetta tradizionale utilizza farina, cacao, zucchero, burro, spezie (cannella o chiodi di garofano) e marmellata d’arance, con copertura di cioccolato fondente. Oggi, molte pasticcerie di Catania propongono varianti moderne: ripieno alla Nutella, versioni senza glutine o alla granella di pistacchio di Bronte, mantenendo però l’essenza originaria.

Rame di Napoli e il legame con i catanesi

 Questo dolce è molto più di un biscotto: è una tradizione legata alla memoria dei defunti. Nelle giornate dell’1 e 2 novembre, le famiglie regalano alle nuove generazioni le Rame di Napoli come simbolo di bene e di ricordo, rendendo il gesto un rito di continuità intergenerazionale.

Curiosità

 Sapete che la prima citazione letteraria delle Rame di Napoli appare in “Storia di una capinera” (1871) di Giovanni Verga? Lo scrittore catanese descrive le monache del convento di Santa Chiara mentre preparano questo dolce “famoso in tutta la città”

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