Le antiche spezie siciliane e il loro uso nei piatti catanesi | Un viaggio nei sapori del passato
Scopri le antiche spezie che hanno plasmato la cucina catanese: origano, sommacco, cannella e altre, in un viaggio tra sapori e tradizioni del passato.

La cucina catanese, ricca di storia e tradizioni, deve gran parte della sua unicità all'uso sapiente di spezie ed erbe aromatiche introdotte nel corso dei secoli da diverse culture. Questi ingredienti non solo arricchiscono i piatti con profumi e sapori distintivi, ma raccontano anche storie di scambi culturali e influenze che hanno plasmato l'identità gastronomica della città.
Origano: l'essenza mediterranea
L'origano è una delle erbe aromatiche più rappresentative della cucina siciliana e catanese. Il suo aroma intenso e il sapore leggermente piccante lo rendono indispensabile in numerose preparazioni. Nella tradizione catanese, l'origano è spesso utilizzato per insaporire piatti a base di pesce, come il pesce spada alla griglia, e nelle insalate fresche estive.
La sua diffusione in Sicilia risale all'epoca greca, quando veniva apprezzato non solo per le sue qualità culinarie, ma anche per le proprietà medicinali.
Sommacco: una spezia dimenticata
Il sommacco (Rhus coriaria) è una spezia anticamente utilizzata nella cucina siciliana, oggi quasi dimenticata. Derivata dai frutti essiccati di un arbusto diffuso nel Mediterraneo, questa polvere dal colore rosso-bruno ha un sapore acidulo, simile al limone. In passato, il sommacco veniva impiegato per insaporire carni e verdure, conferendo ai piatti una nota fresca e agrumata.
La sua introduzione in Sicilia è attribuita agli Arabi, che ne apprezzavano sia l'uso culinario che le proprietà conservanti. Oggi, sebbene poco utilizzato, il sommacco rappresenta un elemento storico della tradizione gastronomica catanese.
Cannella e chiodi di garofano: l'influenza araba
Durante la dominazione araba, tra il IX e l'XI secolo, la Sicilia e Catania in particolare videro l'introduzione di numerose spezie esotiche, tra cui la cannella e i chiodi di garofano. Queste spezie, dal profumo intenso e dal sapore dolce e pungente, venivano utilizzate sia in preparazioni dolci che salate.
Ad esempio, la cannella era spesso aggiunta a piatti a base di carne per esaltarne il gusto, mentre i chiodi di garofano arricchivano salse e marinature. Questa commistione di sapori dolci e salati è una caratteristica distintiva della cucina catanese, frutto dell'eredità araba.
Zafferano: l'oro rosso della Sicilia
Un'altra spezia introdotta dagli Arabi è lo zafferano, spesso definito "l'oro rosso" per il suo alto valore e il colore intenso che dona ai piatti. In Sicilia, lo zafferano è utilizzato in diverse preparazioni, tra cui il celebre arancino catanese, dove conferisce al riso una tonalità dorata e un aroma inconfondibile.
La coltivazione dello zafferano si è diffusa nelle zone interne dell'isola, grazie al clima favorevole, e la sua presenza nella cucina locale testimonia l'influenza delle culture mediorientali sulla tradizione gastronomica catanese.
Peperoncino: il tocco piccante
Il peperoncino è un ingrediente fondamentale nella cucina catanese, aggiungendo una nota piccante a numerosi piatti. Introdotto in Sicilia dagli Spagnoli nel XVI secolo, il peperoncino è diventato rapidamente parte integrante della tradizione culinaria locale. Viene utilizzato fresco, essiccato o sotto forma di olio piccante per insaporire paste, carni e verdure.
La sua diffusione ha arricchito la cucina catanese di sapori intensi e decisi, riflettendo l'apertura della città alle influenze esterne e la capacità di integrarle nella propria cultura gastronomica.
Curiosità: il rosmarino come conservante naturale
Il rosmarino, oltre a essere largamente impiegato per aromatizzare carni e patate nella cucina catanese, aveva in passato un ruolo fondamentale nella conservazione degli alimenti.
Prima dell'avvento dei moderni sistemi di refrigerazione, le sue proprietà antisettiche venivano sfruttate per preservare la carne, che veniva cosparsa di foglie di rosmarino tritate per impedirne il deterioramento. Questa pratica non solo garantiva una maggiore conservabilità degli alimenti, ma arricchiva anche il loro sapore, dimostrando come tradizione e ingegno si unissero nella cucina catanese.