Le antiche credenze popolari dei catanesi | Superstizioni e rituali tramandati nel tempo che non conosci

Esplora le antiche credenze popolari dei catanesi, tra superstizioni e rituali tramandati nel tempo, che riflettono la ricca storia e cultura di Catania.

A cura di Paolo Privitera
26 marzo 2025 18:00
Le antiche credenze popolari dei catanesi | Superstizioni e rituali tramandati nel tempo che non conosci - Foto: Assafn/Wikipedia
Foto: Assafn/Wikipedia
Condividi

La cultura catanese è intrisa di antiche credenze popolari, superstizioni e rituali che hanno attraversato i secoli, riflettendo la ricca storia e le influenze delle diverse dominazioni che si sono succedute in Sicilia. Queste tradizioni, spesso tramandate oralmente, offrono uno spaccato affascinante delle pratiche e delle convinzioni dei catanesi.

Il malocchio e i rituali di protezione

Una delle superstizioni più diffuse a Catania è quella del malocchio, conosciuto localmente come "l'ucchiatura". Si crede che uno sguardo invidioso o malevolo possa causare malesseri fisici e sfortuna. Per proteggersi o liberarsi dal malocchio, le donne catanesi praticavano rituali specifici, spesso tramandati di generazione in generazione. Uno di questi prevedeva l'uso di acqua e olio: si versavano alcune gocce d'olio in un piatto d'acqua e, osservando il comportamento delle gocce, si determinava la presenza del malocchio. Se le gocce si allargavano, era segno di malocchio, e si procedeva con preghiere e scongiuri per allontanare l'influenza negativa. 

Superstizioni legate alla casa

L'ingresso in una nuova abitazione era accompagnato da una serie di rituali scaramantici perassicurarsi prosperità e protezione. Era consuetudine spazzare e lavare la casa con acqua e sale, elementi ritenuti purificatori, per eliminare eventuali influenze negative. Inoltre, si portavano in casa pane e si spargeva sale, simboli rispettivamente di nutrimento e protezione. Il primo pasto preparato nella nuova dimora doveva essere a base di pesce fritto, un'offerta per ingraziarsi gli spiriti protettori della casa, noti come "patrunedda ri casa". 

Credenze matrimoniali

Il matrimonio era circondato da numerose credenze e rituali. Ad esempio, scegliere il giorno delle nozze era fondamentale: si evitavano i matrimoni nel mese di maggio, poiché si credeva portassero sfortuna, come recita il detto "a sposa Maiulina un si godi a cuttunina". Anche agosto era considerato un mese infausto per le nozze. Prima del matrimonio, lo sposo non doveva vedere l'abito della sposa, e il letto nuziale doveva essere preparato da due o quattro ragazze non sposate, mai in numero dispari, per evitare cattivi presagi. 

Curiosità: i rituali per scoprire il futuro coniugale

Tra le pratiche più curiose vi era un rituale per predire il futuro marito. Una giovane in cerca di marito metteva sotto il cuscino tre fave: una intera, una sbucciata e una con la buccia a metà. Al risveglio, estraendo una delle fave, si interpretava il futuro: quella intera indicava un marito ricco, quella a metà uno di modeste condizioni, mentre quella sbucciata preannunciava un marito povero. Questo rituale rifletteva la profonda connessione tra le credenze popolari catanesi e la speranza di un futuro prospero. 

Il Fatto di Catania sui social