La politica prende il controllo della cultura | Autonomia a rischio per The Brass Group
Ingerenza politica nella Fondazione The Brass Group: la deputata Ersilia Saverino denuncia il rischio di controllo sul CdA e chiede maggiore autonomia per la cultura

Negli ultimi giorni si è acceso un acceso dibattito sul futuro della Fondazione The Brass Group, una delle realtà culturali più prestigiose nel panorama musicale siciliano. Il tema centrale della discussione riguarda il rischio di un'eccessiva ingerenza della politica nelle dinamiche gestionali dell'ente, un problema sollevato con forza dalla deputata del Partito Democratico all'Assemblea Regionale Siciliana, Ersilia Saverino. L'esponente dem ha ribadito l'importanza di garantire autonomia alle istituzioni culturali, senza che queste diventino strumenti di controllo politico.
Un settore che merita sostegno, non imposizioni
Saverino ha sottolineato la necessità di un maggiore supporto economico al settore culturale e agli spettacoli, piuttosto che di meccanismi di controllo che ne minano l'indipendenza. Secondo la deputata del Partito Democratico all'Assemblea Regionale Siciliana, Ersilia Saverino, la politica deve limitarsi ad accompagnare queste realtà senza occuparle, preservandone la libertà creativa e gestionale. La mancanza di risorse adeguate per la cultura è un problema ben noto, ma vincolare i finanziamenti pubblici a un maggiore controllo politico sarebbe un pericoloso precedente.
Un CdA sotto il controllo politico
Il punto più contestato del provvedimento giunto in Commissione Cultura riguarda la nuova composizione del Consiglio di Amministrazione della Fondazione The Brass Group. Il testo prevede una riorganizzazione in cui il peso della politica diventa predominante, arrivando persino alla nomina di un commissario senza limiti di tempo. Una decisione che Saverino definisce "un ricatto insopportabile", poiché lega l'erogazione dei finanziamenti all'ingerenza politica, piuttosto che ai meriti culturali e artistici dell'istituzione. La deputata ha sollevato la questione in commissione, denunciando il rischio che il settore culturale venga considerato dalla maggioranza solo come un ambito su cui esercitare potere, anziché una risorsa da valorizzare e sostenere con rispetto.