Controlli Polizia Pescheria di Catania: pesce senza tracciabilità, non adatto al consumo umano

Lo storico mercato ittico sembrerebbe essere rimasto ai tempi antichi, ignorando le normative per la salute pubblica: Polizia scopre gravi irregolarità igienico-sanitarie alla Pescheria di Catania

A cura di redazionemd
07 novembre 2024 21:29
Controlli Polizia Pescheria di Catania: pesce senza tracciabilità, non adatto al consumo umano
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La polizia ha organizzato un’operazione di controllo massiva nella storica pescheria di Catania, vicino a Piazza Duomo. L’intervento mirava a verificare il rispetto delle normative alimentari, in particolare la tracciabilità e sicurezza del pesce destinato alla vendita. Gli agenti hanno isolato l’area e identificato 79 persone, tra cui 19 già note alle forze dell’ordine. Sei di queste sono state colte nell’atto di vendere pesce senza le autorizzazioni necessarie.

Sequestri e multe per pesce di origine sconosciuta e non conformità

Il blitz, voluto dal questore di Catania, ha visto la partecipazione di numerosi enti: polizia locale, capitaneria di porto, corpo forestale e veterinari dell’Asp di Catania. Durante i controlli, il corpo forestale ha scoperto e sequestrato 150 chilogrammi di pesce privo di documentazione sulla provenienza, emettendo sanzioni per un totale di 9.000 euro. La capitaneria di porto ha invece sequestrato 300 chilogrammi di pesce per violazioni sugli obblighi di tracciabilità, sanzionando due venditori per un totale di 3.000 euro.

Irregolarità amministrative e occupazione di suolo pubblico

La polizia locale ha emesso multe per oltre 21.000 euro, contestando irregolarità nelle licenze di vendita, nella professionalità dei venditori e nell’occupazione abusiva di suolo pubblico. Se le multe non verranno saldate in misura ridotta, potrebbero raggiungere il massimo edittale di oltre 100.000 euro.

La verifica sanitaria: pesce donato e pesce destinato alla distruzione

Nel corso dei controlli, circa 6 tonnellate di pesce sono state ispezionate dai veterinari dell’Asp, di cui 350 chilogrammi, pur privi di tracciabilità, sono risultati freschi e sicuri per il consumo umano e quindi donati alla Caritas per la distribuzione ai meno abbienti. Altri 250 chilogrammi, invece, sono stati giudicati non idonei al consumo per la mancata informazione sugli additivi presenti e, in alcuni casi, per la presenza di parassiti vivi.

La presenza di parassiti e le raccomandazioni per la sicurezza

Gli ispettori veterinari hanno rilevato parassiti vivi in alcuni dei prodotti ittici ispezionati, dichiarandoli quindi inadatti al consumo umano. In merito, raccomandano che il pesce crudo o poco cotto sia sempre sottoposto a un trattamento di abbattimento per prevenire rischi sanitari. Per un trattamento casalingo, il pesce dovrebbe essere congelato a -18°C per almeno 96 ore.

Controlli sui venditori con licenza: risultati positivi

Tra i venditori regolarmente autorizzati, sono stati effettuati ulteriori controlli per verificare le condizioni igieniche e la tracciabilità dei prodotti. I titolari hanno fornito documentazione adeguata, e i veterinari hanno certificato il mantenimento igienico e le qualità organolettiche del pesce in conformità con le normative europee.

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