"A stuppagghiara": la verità (che non sapevi) sulla donna che incantava le osterie di Catania
Bottiglia dopo bottiglia. Stuppagghiu dopo stuppaghiu. Cosa succedeva davvero?
A Stuppagghiara, la donna catanese “dai facili costumi”
Una figura molto conosciuta a Catania è quella della stuppagghiara, classica donna di “facili costumi” che non gode di una reputazione positiva.
Con questo termine, infatti, i catanesi sono soliti ancora oggi indicare una donna che si prostituisce o che è facilmente disponibile ai rapporti intimi.
Eppure, la parola deriva da stuppagghiu, che in catanese vuol dire tappo di sughero e che riconduce il termine al suo antico e vero significato, ecco qual è.
Scopri la verità che si nasconde dietro questa figura molto conosciuta a Catania.
Le antiche stuppagghiare: ecco la verità
Sebbene a Catania la stuppagghiara non gode di un buona nomina, è opportuno fare un po’ di chiarezza e rivelare qual è la verità circa l’origine di questa particolare figura femminile.
In realtà, infatti, anticamente le stuppagghiare erano delle donne che lavoravano onestamente nelle osterie frequentate solo da clienti anonimi.
Assunte per intrattenere la clientela prettamente maschile, queste donne venivano pagate in base al numero di tappi o “stuppagghi” che riuscivano a raccogliere durante la serata grazie alle bottiglie di champagne che condividevano con i loro uomini.
Ognuna di esse aveva infatti un recipiente che riempiva con gli “stuppagghi” del giorno, la cui quantità corrispondeva alla loro restribuzione.
Nel tempo però, la reputazione di queste oneste lavoratrici è stata macchiata dall’aggiunta di alcuni servizi extra, che il locale offriva alla propria clientela ad un prezzo aggiuntivo.
Ecco spiegato il motivo del significato odierno del termine catanese stuppagghiara.