Etna: 5 cm di cenere, il Sindaco di Milo: «Andrò dal prefetto a consegnare la mia fascia tricolore»

Sono bastate solo due ore di attività vulcanica dell’Etna, dalle ore 18 alle 20 circa, per mettere in ginocchio la Città di Milo. Il quantitativo di cenere vulcanica caduto in città è di circa 7 kg per metro quadrato in seguito all’ultima fontana di lava esplosa dal cratere sudest del Vulcano. Il Si...

A cura di Marco D'Urso
30 agosto 2021 13:00
Etna: 5 cm di cenere, il Sindaco di Milo: «Andrò dal prefetto a consegnare la mia fascia tricolore»
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Sono bastate solo due ore di attività vulcanica dell’Etna, dalle ore 18 alle 20 circa, per mettere in ginocchio la Città di Milo. Il quantitativo di cenere vulcanica caduto in città è di circa 7 kg per metro quadrato in seguito all’ultima fontana di lava esplosa dal cratere sudest del Vulcano. Il Sindaco di Milo Alfio Cosentino sembrerebbe del tutto impreparato e rassegnato all’evento, aprendosi a una comunicazione istituzionale forte e quasi arrendevole.

La copiosa caduta di materiale piroclastico su Milo avrebbe creato uno strato di 5 cm di cenere lavica in tutta la città. Il Sindaco Cosentino tuona e minaccia le dimissioni per sensibilizzare le istituzioni: «Come sindaco sono pronto anche a gesti eclatanti, se serve andrò dal prefetto a consegnare la mia fascia tricolore. Questo della cenere dell’Etna, che si ripresenta da ormai sette mesi, è un problema insostenibile sia per noi amministratori che dobbiamo ripulire strade, piazze, il cimitero e i tetti degli edifici pubblici come le scuole, il municipio, sia per i privati che devono pure sostenere spese consistenti che intaccano i risparmi delle famiglie».

Concludendo, il primo cittadino milese accusa le istituzioni ed espone i mancati pagamenti della sua Amministrazione alle ditte private: «Come Comune abbiamo impegnato e ancora non pagato alle ditte private circa 300.000 euro, una cifra enorme per un comune di appena mille abitanti. Occorre che la Regione Siciliana, anche tramite la Protezione Civile, dia supporto alle comunità e alle amministrazioni. Perché se è vero che non si attiva lo stato di emergenza, riservato solo a terremoti, eruzioni e incendi, nessuno può negare che questo della cenere sia un’urgenza silenziosa, continua. Crea enormi problemi anche alle produzioni agricole: agrumi, ortofrutta e viticoltura, che a Milo è la principale fonte di economia. Abbiamo visto tanti proclami ma pochi risultati. Così non si può andare avanti».

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