Il G20 ha danneggiato i ristoratori, riscontrati cali del 95%
Il G20 è terminato regalando a Catania uno scenario internazionale di gran visibilità e prestigio. Se la maggior parte della comunità ha apprezzato o quantomeno accettato positivamente la due-giorni d’incontri internazionali, una singolare e forte voce di dissenso s’innalza dal movimento Ristoratori...
Il G20 è terminato regalando a Catania uno scenario internazionale di gran visibilità e prestigio. Se la maggior parte della comunità ha apprezzato o quantomeno accettato positivamente la due-giorni d’incontri internazionali, una singolare e forte voce di dissenso s’innalza dal movimento Ristoratori Siciliani Indipendenti. Quest’ultimi protestano contro il G20 e il Sindaco di Catania Salvo Pogliese.
Il movimento nel suo bilancio non empirico, fatto di messaggi e dialoghi tra ristoratori ed imprenditori, si chiede perché vengano trattati in malo modo: “Dal Barbiere al ristoratore, dal fornitore all’operaio, parliamo di un indotto enorme che deve subire passivamente le decisioni dall’alto perché chi di dovere non vuole coinvolgerci”.
Secondo i Ristoratori Siciliani Indipendenti, dopo sette mesi di totale inattività, dovuta al Covid-19, gli imprenditori ed i commercianti del centro storico di Catania pagano un ulteriore scotto. Addirittura in alcune attività si sarebbero registrati cali del 95% poiché la gente non poteva raggiungere il ristorante. Nella nota del movimento si critica anche la rimozione delle auto dal centro storico: “Negli ultimi anni dal centro storico di Catania sono spariti tantissimi stalli per le auto. Eppure gli spazi per creare nuovi posteggi non mancano”.
I Ristoratori Siciliani Indipendenti non vogliono per forza lavorare ma essere certi d’essere pagati, quasi una sorta di Reddito di Cittadinanza per imprenditori: “disposti anche a restarcene a casa ma a patto di avere adeguate informazioni in tempo utile e di ricevere i compensi dalla Regione e dal Comune per i mancati introiti delle proprie attività.”
Il G20 avrebbe fatto danni consistenti per i ristoratori tra chi non ha potuto ricevere i fornitori nella sua attività e chi si è ritrovato i frigoriferi guasti, con gli operai impossibilitati ad intervenire poiché bloccati ai confini della zona rossa.
Le critiche al G20 sono numerose. Il ristoratore Massimo Fichera ribadisce: «Incredibile obbedire a ordini imposti da chi non ci considera. Hanno blindato una città. Siamo stanchi di subire». Il distributore Luisa Romeo racconta la sua visione in cui in oltre 50 anni d’attività non ha mai assistito a una situazione simile, neanche quando venne il Papa Wojtyla. Il responsabile Giuseppe Rizzo pur non avendo il locale nel centro storico non è riuscito a lavorare con il delivery poiché era tutto serrato, chiedendosi come sia possibile organizzare eventi del genere senza tener conto dei disagi.
Il commento più rude e di protesta sul G20 giunge dal portavoce del movimento Ristoratori Siciliani Indipendenti Roberto Tudisco: «Non sapevamo nemmeno quando erano in vigore i divieti e quando. Siamo stati blindati per giorni con un agente ad ogni metro di distanza. Noi da questo G20 non abbiamo avuto nessun beneficio. Gli unici ad aver tratto vantaggio è la politica. Perché il Sindaco di Catania, nostro portavoce, non ci convoca ad un tavolo di concertazione? Siamo forse figli di un Dio minore? Siamo stanchi di queste chiusure traumatiche».
Condivisibile o meno, dopo il Covid, i ristoratori catanesi continuano a protestare e criticare l’operato comunale senza mezzi termini. Il G20 a Catania è stato il nuovo “nemico”. Dal movimento giungono solo commenti negativi sull’evento di risalto internazionale, per via del blocco del centro storico, ma bisognerebbe vedere l’altro lato della medaglia: tutti loro hanno avuto la possibilità di lavorare per l’intera “società” del G20 tra organizzatori, esponenti, istituzioni e media, con richieste che sicuramente saranno andate oltre il menù a prezzo fisso.