Il paese che vive all’ombra dell’Etna dove il tempo sembra non scorrere mai
Pisano Etneo, frazione di Zafferana. Tra pietra lavica, silenzi e memoria, un luogo sospeso ai piedi del vulcano più alto d’Europa.
Tra i tornanti del vulcano
C’è un punto della provincia di Catania in cui l’Etna si mostra senza difese. Lì, tra i boschi e le antiche colate, si trova Pisano Etneo, una frazione di Zafferana, nascosta tra curve di montagna e muretti lavici.
Chi ci arriva non lo fa per caso. La strada sale lenta, l’aria si fa più fresca e l’odore di cenere si mescola a quello dei pini. Ogni casa, ogni muro, sembra costruito con la stessa sostanza del vulcano. È un piccolo borgo che ha imparato a convivere con la montagna più irrequieta d’Europa, accettandone la forza e la bellezza.
Pisano non è un paese “da cartolina”: è un luogo vivo, dove ancora si sente l’eco delle voci di chi lavora nei campi, di chi racconta le eruzioni passate, di chi guarda l’orizzonte cercando di capire se il vulcano oggi dorme o si muove.
Un equilibrio fragile e perfetto
Il borgo è adagiato su un pianoro di origine lavica, incastonato tra Zafferana e Milo, in una zona che da secoli fa da confine naturale tra il bosco e la pianura. Da qui partono antichi sentieri che salgono verso i crateri laterali, e in certe giornate limpide si riesce a vedere perfino il mare di Riposto luccicare in lontananza.
Le eruzioni dell’Etna, nei secoli, sono passate vicino ma non lo hanno mai travolto del tutto. Le colate del 1792 e del 1928 scorsero a poca distanza, risparmiando il centro abitato per pochi metri. Forse è anche per questo che gli abitanti di Pisano vivono con un senso di rispetto silenzioso verso il vulcano: lo osservano, lo temono, ma non lo sfidano.
Le case, basse e solide, sono costruite in pietra nera, come se la comunità avesse voluto rendere omaggio alla montagna stessa. Camminando tra le vie, si notano ancora i vecchi forni, le fontane di pietra e i cortili dove i bambini giocano tra le ombre dei fichi.
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