Il mistero di una basilica che ha sfidato i secoli e il fuoco del vulcano
A Vizzini, nel cuore del Catanese, una basilica secolare resiste tra pietra, fede e rinascita. La sua storia nasconde un segreto.
Un luogo che racconta più di quanto mostra
In mezzo alle colline che segnano il confine tra la provincia di Catania e i rilievi del Calatino, si trova la Basilica di San Giovanni Battista di Vizzini.
Da fuori colpisce subito per la facciata maestosa, semplice e solenne insieme. La pietra chiara, tipica dell’altopiano ibleo, riflette la luce del sole e regala al borgo un tono antico, quasi sospeso nel tempo.
La chiesa domina una delle parti più alte del centro storico, e chi si avvicina sente l’eco di secoli che non se ne sono mai andati. La prima menzione risale al XIII secolo, quando il piccolo paese cominciava a definirsi intorno alle sue parrocchie. Quella di San Giovanni divenne presto un punto di riferimento, non solo religioso ma anche civile: qui si raccoglievano le comunità, si celebravano i momenti solenni e si trovava riparo quando il territorio veniva scosso dai movimenti della terra o dalle eruzioni lontane dell’Etna.
Con il passare dei secoli, la basilica ha vissuto ricostruzioni, ampliamenti e ferite, come quelle causate dal terremoto del 1693, che distrusse gran parte della Sicilia orientale. Ma la comunità di Vizzini la volle di nuovo in piedi, più grande e più solida di prima.
Tra pietra, fede e orgoglio di un paese
L’interno, oggi, accoglie con una navata ampia e luminosa, dove la luce filtra dolcemente dalle finestre alte e accarezza le pareti in pietra. Le decorazioni sono sobrie, ma ogni dettaglio sembra studiato per restare nel cuore di chi entra.
Dietro l’altare maggiore si trova una statua lignea di San Giovanni Battista, datata al XVII secolo, che rappresenta uno dei tesori più amati dagli abitanti. È a lui che i vizzinesi si rivolgono nei momenti difficili, quando la terra trema o il vento del vulcano si fa sentire.
Camminando accanto alle cappelle laterali si scoprono tracce di epoche diverse, segni di chi ha voluto lasciare qualcosa di sé: un pavimento rifatto, un altare restaurato, una lastra dedicata ai caduti. È una chiesa che non ha bisogno di apparire per farsi notare: basta entrarci per capire che non è solo un luogo di culto, ma una memoria viva che attraversa il tempo.
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