Il giorno in cui i Monti Silvestri cambiarono l’Etna: l’anfiteatro di lava che racconta la storia nascosta di Catania
I Monti Silvestri, sul versante sud dell’Etna, mostrano l’eruzione che cambiò il vulcano. Un paesaggio unico, oggi visitabile a pagamento.
La nascita improvvisa di un paesaggio che non esisteva prima
Chi arriva sul versante sud dell’Etna, nei pressi del Rifugio Sapienza, vede subito una scena che sembra uscita da un’altra epoca: due grandi conetti di scorie, neri, spogli, quasi lunari. Sono i Monti Silvestri, nati dall’eruzione del 1892, quando una fenditura si aprì all’improvviso e cominciò a sputare lava e cenere per settimane. Prima di quell’evento, questo tratto di montagna aveva un aspetto del tutto diverso.
L’eruzione modificò per sempre la zona, creando crateri laterali che ancora oggi rappresentano una delle testimonianze più chiare del comportamento del vulcano. Passeggiando lungo i bordi del cratere alto e di quello basso si percepisce tutta la forza che ha scolpito queste forme: scorie leggere come vetro, lava frantumata dal raffreddamento improvviso, terreni che trattengono pochissima vita ma raccontano ogni dettaglio di quel momento.
È un paesaggio che sembra fermo nel tempo, eppure continua a cambiare in piccoli modi: il vento sposta la cenere, la montagna si assesta, le stagioni ridisegnano il colore delle colate.
Un luogo simbolo dell’Etna visitato da migliaia di persone, oggi accessibile solo pagando
Nel corso dei decenni, i Monti Silvestri sono diventati una delle tappe più frequenti per chi vuole avvicinarsi al vulcano senza affrontare escursioni impegnative. La posizione, facilmente raggiungibile da Catania, li ha trasformati in una sorta di “porta d’ingresso” al mondo etneo. Migliaia di visitatori, ogni anno, percorrono il bordo dei crateri per osservare ciò che resta dell’eruzione del 1892 e capire come nasce un cono laterale.
Nell'ultimo periodo, però, l’area è stata regolamentata e l’accesso avviene ora previo pagamento, una scelta legata alla gestione dei flussi turistici e alla manutenzione del sito. Anche con questa nuova modalità, il luogo continua a essere uno dei più iconici dell’Etna: facile da esplorare, immediato da capire e capace di avvicinare chiunque al linguaggio della montagna.
Guardando dalla sommità del cratere superiore, lo sguardo corre verso la costa: nelle giornate limpide si vede l’intera pianura catanese, il mare e, come una linea d’ombra, il punto in cui l’orizzonte si piega.
La memoria della montagna tra scorie, vento e silenzi profondi
Passeggiare nei Monti Silvestri significa anche accorgersi di quanto il vulcano viva una vita propria. Gli strati di cenere raccontano episodi differenti, le scorie più leggere testimoniano momenti di attività esplosiva, mentre la base più compatta indica il punto in cui la lava si è accumulata prima di solidificare. È un luogo che non ha bisogno di pannelli esplicativi per spiegare ciò che mostra: basta osservare e tutto diventa chiaro.
Chi si avventura lungo i sentieri percepisce il contrasto tra la semplicità del percorso e la complessità della storia che contiene. Non c’è vegetazione a distrarre lo sguardo, solo il dialogo continuo tra pietra e vento. È un paesaggio che rivela quanto l’Etna sappia essere creativa anche nei momenti più difficili, trasformando un’eruzione devastante in un teatro perfetto per comprendere la geologia del vulcano più attivo d’Europa.
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