Il cuore moderno sorto dal nulla: dove Catania riscrisse la sua mappa e nascose una curiosità urbanistica

Piazza I Viceré, a nord di Catania, è nata negli anni ’90 e ha cambiato il volto di Barriera. Tra storia recente e una curiosità poco nota.

17 novembre 2025 12:00
Il cuore moderno sorto dal nulla: dove Catania riscrisse la sua mappa e nascose una curiosità urbanistica - Foto: Francesco Lombardi/Wikipedia
Foto: Francesco Lombardi/Wikipedia
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L’idea di una piazza che non c’era

Nella parte nord di Catania, tra Barriera e Canalicchio, si apre un grande spazio urbano che fino a pochi decenni fa non esisteva.
Piazza I Viceré è una creazione moderna, realizzata tra il 1995 e il 1998 come parte di un ampio piano di riqualificazione del quartiere.

Dove un tempo si estendevano aree residenziali frammentate e arterie congestionate, oggi si trova un ampio slargo regolare, circondato da edifici contemporanei e spazi verdi che segnano uno dei rari esempi di urbanistica pianificata del tardo Novecento a Catania.

La piazza è diventata presto un luogo di riferimento per la vita quotidiana del quartiere: punto d’incontro, sede di eventi locali e simbolo della Catania che si rinnova senza dimenticare la propria identità storica.

La piazza come simbolo di transizione

Realizzata in una zona di forte espansione edilizia, Piazza I Viceré rappresenta l’anello di congiunzione tra il centro storico e la fascia residenziale che sale verso Gravina di Catania.
Qui l’impianto architettonico rompe la trama caotica dell’edilizia spontanea e restituisce ordine e prospettiva, con una geometria precisa, spazi pedonali e una viabilità perimetrale studiata per migliorare la vivibilità della zona.

Il suo nome non è casuale: “I Viceré” richiama l’opera di Federico De Roberto, scrittore catanese che raccontò con ferocia e lucidità la società siciliana tra Ottocento e Novecento.
Un titolo letterario per una piazza contemporanea, quasi a voler intrecciare la memoria culturale della città con la sua evoluzione urbanistica recente.

Oggi il luogo si presenta come un modello urbano a sé stante, lontano dalle architetture barocche del centro ma legato alla stessa logica di rappresentanza: una piazza pensata per dare identità a un quartiere che, fino agli anni Novanta, era solo una periferia in espansione.

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