Ticket Crateri Silvestri | La polemica dilaga sui social

Inciviltà a Catania riaccende il dibattito sui Crateri Silvestri: tra ironia, polemiche e domande scomode sull’Etna

09 ottobre 2025 08:56
Ticket Crateri Silvestri | La polemica dilaga sui social - Credit Foto Inciviltà a Catania
Credit Foto Inciviltà a Catania
Condividi

La pagina Facebook Inciviltà a Catania ha acceso una nuova miccia nel dibattito sulla privatizzazione dei Crateri Silvestri, uno dei luoghi simbolo dell’Etna. Con il suo consueto tono ironico e tagliente, il post invita i lettori a “leggere con calma, seduti sul trono” l’avviso pubblicato dal presunto “padroncino” dell’area. L’oggetto della contesa? La gestione privata di un sito che, nell’immaginario collettivo, è sempre stato percepito come bene pubblico e patrimonio naturale di tutti.

Tra licenze poetiche e "supercazzole" etnee

Il post di “Inciviltà a Catania” smonta con sarcasmo le giustificazioni dell’amministratore dei crateri, definite “Lo spiegone, endecasillabo supercazzola con scappellamento a destra”. I punti elencati nel comunicato del gestore sono un piccolo campionario di motivazioni che spaziano dal “l’area è mia dal 1997” al “i turisti stranieri sporcano”, passando per “i residenti non pagano” e “il contributo è esiguo”.
Con una verve che ricorda il Marchese del Grillo (“io so io e voi non siete un ca’…”), la pagina ironizza sulle presunte giustificazioni: dai copertoni portati in valigia dai turisti ai bidoni aspiratutto per la sabbia vulcanica. Tutto, nel tono e nel contenuto, lascia trasparire una forte indignazione popolare.

Privatizzazione o esproprio? La richiesta di chiarezza

È nel finale che emerge il cuore della questione: la proprietà dei Crateri Silvestri e la loro accessibilità pubblica. Secondo quanto riportato, l’area non rientrerebbe in zone vincolate, circostanza che apre a possibili interventi edilizi o gestionali privati. Una prospettiva che molti cittadini, commentando il post, definiscono “inaccettabile”, invocando un’espropriazione immediata per restituire il sito alla collettività.
La vicenda, che intreccia turismo, ambiente e diritti civici, mostra ancora una volta quanto l’Etna non sia solo un vulcano, ma un simbolo identitario conteso, dove ogni pietra – spostata o meno – diventa un frammento di appartenenza e di orgoglio siciliano.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Segui Il Fatto di Catania