Una tradizione con radici poco conosciute: la Vara di Randazzo e il suo mistero nascosto
Scopri la Vara di Randazzo: carro trionfale etneo, 18 m di storia e misteri che i catanesi adoreranno!

Radici storiche e grandiosità etnea
La Vara di Randazzo è un autentico monumento in movimento: un carro trionfale alto circa 18 metri, che ogni anno, il 15 agosto, attraversa le vie principali del borgo in occasione della festività dell’Assunzione della Vergine Maria. Si tratta di una delle più antiche tradizioni religiose e civili dell’area etnea, tanto da essere considerata un simbolo identitario del paese e, in senso più ampio, della devozione popolare del versante nord dell’Etna.
Le sue origini storiche risalgono al XVI secolo, epoca in cui i primi carri processionali si diffusero anche in Sicilia sulla scia del modello messinese, da cui Randazzo mutuò la struttura e la teatralità. Tuttavia, la comunità locale seppe reinterpretare la forma, il simbolismo e i materiali della Vara con una cifra tutta propria: pietra lavica, legno di castagno e colori accesi diventano i tratti distintivi di questa imponente macchina scenica, che racchiude secoli di arte barocca popolare e fervore religioso.
Simbolismo vivente e coinvolgimento civile
A rendere unica la Vara di Randazzo non è soltanto la maestosità della struttura, ma la presenza viva di decine di bambini, fino a 30, che recitano i tre misteri dell’Assunzione di Maria: la Dormitio Virginis, l’Assunzione al cielo e la Coronazione. I piccoli, vestiti con abiti angelici e collocati su diverse piattaforme scenografiche del carro, rimangono immobili per ore, a volte per tutta la durata della processione, dando vita a un’esperienza mistica ed emotiva per chi assiste.
Il carro viene trainato rigorosamente a mano, attraverso spesse corde tirate da fedeli e portatori, in un’atmosfera carica di canti sacri, musica tradizionale e lanci di confetti e dolci dalle finestre, in segno di festa e benedizione. Randazzo, per un giorno, si trasforma in un palcoscenico popolare a cielo aperto, dove ogni abitante partecipa alla scenografia collettiva: chi addobba balconi, chi assiste in preghiera, chi fotografa, chi guida i bambini vestiti da angioletti. È una festa della fede e della socialità, dove la religione si fonde con il teatro e la tradizione.
Rinascita post-bellica e passione tramandata
Come molte celebrazioni popolari siciliane, anche la Vara di Randazzo subì un’interruzione nel Novecento, a causa della Seconda guerra mondiale e delle difficoltà economiche e logistiche del dopoguerra. Tuttavia, già nel 1952, la comunità decise di riprendere la tradizione, ricostruendo la struttura con materiali più leggeri ma mantenendo inalterata la simbologia originale. Da allora, la Vara non ha più smesso di incantare, diventando una delle manifestazioni religiose più attese del territorio catanese.
Oggi, la sua realizzazione è possibile grazie al contributo di intere famiglie, falegnami, scultori, elettricisti, pittori e volontari, che si riuniscono settimane prima dell’evento per assemblare e rifinire ogni dettaglio del carro, rendendolo ogni anno diverso, ma sempre fedele all’anima originaria. A sostenere l’organizzazione vi sono anche le confraternite religiose locali, che coordinano i rituali liturgici e l’ordine della processione. Questo coinvolgimento collettivo rende la Vara un autentico esempio di arte devozionale viva, mai musealizzata, in continua trasformazione, e profondamente radicata nel tessuto culturale dei catanesi dell’Etna nord.