Un pezzo di storia che ti sorprenderà: Palazzo Capuana e il legame misterioso con il grande scrittore

Scopri Palazzo Capuana a Mineo, culla di Luigi Capuana: tra manoscritti, foto e un archivio segreto in Esperanto!

A cura di Paolo Privitera
12 agosto 2025 21:00
Un pezzo di storia che ti sorprenderà: Palazzo Capuana e il legame misterioso con il grande scrittore - Foto: Carlo Blangiforti/Wikipedia
Foto: Carlo Blangiforti/Wikipedia
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Storia e percorso letterario del verismo

Il Palazzo Capuana di Mineo, nel cuore della provincia di Catania, non è solo un edificio monumentale: è un simbolo vivente della letteratura italiana. Oggi sede della Casa Museo Luigi Capuana, fu la dimora natale del celebre scrittore, nato nel 1839 e considerato uno dei padri fondatori del Verismo, insieme a Giovanni Verga. La struttura, risalente al XVIII secolo, si distingue per la sua elegante architettura barocca, con un portale in pietra arenaria finemente scolpito e balconi sorretti da mensole scolpite, che raccontano l’antico splendore del centro storico di Mineo.

All’interno, il museo custodisce un’eccezionale collezione: manoscritti autografi, prime edizioni, ritratti di famiglia, mobili d’epoca e oggetti personali che ricreano fedelmente l’atmosfera di una dimora ottocentesca colta e borghese. Le sale rievocano le fasi cruciali della vita di Capuana: dalla formazione classica ai primi esperimenti poetici, dalle prime prose realistiche fino alla maturazione come teorico del Verismo, movimento che aspirava a raccontare la realtà in modo crudo e senza idealismi, spesso ambientando le storie proprio nei contesti sociali della Sicilia rurale e catanese.

Attraversando questi ambienti, il visitatore viene immerso nel clima intellettuale e politico dell’epoca: dalle discussioni letterarie sulla poetica del vero al patriottismo risorgimentale, che Capuana difese anche come giornalista e amministratore pubblico. Ogni stanza racconta una Sicilia che cambia, che soffre, che si emancipa, e che oggi ancora vive nelle pagine dei suoi racconti.

Biblioteca inaspettata e passioni originali

Una delle stanze più sorprendenti del museo è quella dedicata alla Biblioteca Esperanto, donata dal prefetto Pietro Rizzo: una raccolta di oltre 1 918 volumi, unica nel suo genere in Sicilia. Questo fondo testimonia la passione di Capuana (e della sua cerchia intellettuale) per l’utopia linguistica universale: l’Esperanto non solo come idioma, ma come visione inclusiva della cultura e dei popoli. Vi si trovano testi letterari, grammatiche, opere scientifiche e traduzioni — tra cui spicca una rarissima edizione della Divina Commedia in Esperanto, probabilmente la prima stampata in Italia.

Non meno interessante è la raccolta fotografica: Capuana fu uno dei primi intellettuali italiani ad appassionarsi alle tecniche fotografiche del XIX secolo, lasciando autoritratti, immagini di paesaggi rurali, scene di vita quotidiana e foto della sua Mineo. Questi scatti, molti dei quali sviluppati da lui stesso, arricchiscono la conoscenza del suo sguardo analitico sul mondo che lo circondava, lo stesso che applicava nei suoi racconti.

Le lettere private con Émile Zola, Giovanni Verga, Matilde Serao, Luigi Pirandello e tanti altri sono custodite in teche climatizzate. Molte di queste missive testimoniano la vivace rete europea di contatti culturali che Capuana aveva tessuto. Attraverso questi documenti, i visitatori colgono l’ampiezza della sua visione, sempre attenta all’evoluzione della narrativa e del pensiero.

Arte, cultura e legami con Catania

Anche se Mineo fu il suo rifugio affettivo e creativo, Catania rappresentò il cuore pulsante delle sue attività accademiche e culturali. Dopo aver vissuto a Firenze e a Roma, Capuana tornò in Sicilia e collaborò attivamente con l’Università di Catania, dove insegnò Estetica e Letteratura italiana. I suoi corsi, apprezzati per profondità e rigore, formarono intere generazioni di studiosi e narratori, lasciando una traccia indelebile nell’ambiente intellettuale catanese.

Capuana fu anche assessore alla cultura e sindaco di Mineo, e sostenne con forza la nascita di circoli letterari e teatrali tra Catania e il Calatino. Le sue opere più note, come Profumo, Il marchese di Roccaverdina e Il paese di Cuccagna, sono ancora oggi considerate testi fondamentali per comprendere la psicologia contadina, la questione meridionale e le tensioni tra classi sociali, tutte ambientate in un territorio che i catanesi conoscono bene.

Ancor oggi, Catania celebra Capuana con convegni, intitolazioni di scuole, biblioteche e rassegne teatrali. E il Palazzo Museo di Mineo resta un punto di riferimento per chiunque voglia immergersi nella storia della narrativa realista italiana, tra Etna, zolfare e campi assolati, come quelli che Capuana trasformava in letteratura.

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