Curiosità che nessuno ti ha mai raccontato su Caltagirone: scopri il lato nascosto che pochi conoscono

Scopri Caltagirone: tra ceramica millenaria, origini arabe e feste antiche i catanesi troveranno curiosità fuori dal comune!

A cura di Paolo Privitera
10 agosto 2025 15:00
Curiosità che nessuno ti ha mai raccontato su Caltagirone: scopri il lato nascosto che pochi conoscono - Foto: User95041/Wikipedia
Foto: User95041/Wikipedia
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Origini antiche e apice ceramico

Caltagirone, tra i gioielli della provincia di Catania, affonda le sue origini nella preistoria. I ritrovamenti archeologici presso la collina della Montagna testimoniano l’esistenza di insediamenti neolitici, eneolitici e della cultura di Castelluccio, con necropoli a grotticella e tombe a forno risalenti alla tarda età del Bronzo. Questi siti, ancora oggi visibili nei pressi del centro storico, raccontano di un territorio abitato ininterrottamente da oltre 4000 anni .

Il toponimo stesso, Qalʿat al‑jirār, deriva dalla dominazione araba e significa “rocca delle giare” o “fortezza dei vasi”, in riferimento alla secolare vocazione ceramica del luogo (SiciliaPreziosa.it). La tradizione della maiolica artistica, in particolare, si è sviluppata in epoca islamica, potenziata poi dai normanni e tramandata fino ai giorni nostri con tecniche rigorosamente artigianali: l’uso di pigmenti minerali, forni a legna, tornitura a mano e smaltatura.

Oggi Caltagirone è considerata capitale mondiale della ceramica e vanta il titolo di Città UNESCO all'interno del circuito del Val di Noto barocco, grazie all’intreccio di cultura, arte, urbanistica e devozione popolare. I suoi vasi antropomorfi, piatti istoriati, pannelli, edicole votive e lucerne sono ambasciatori del patrimonio catanese nel mondo, rappresentando un ponte tra identità locale e universalità artistica.

La Scalinata, la festa di San Giacomo e i catanesi

Cuore pulsante della città è la celebre Scalinata di Santa Maria del Monte, una maestosa opera architettonica iniziata nel 1606 e composta da 142 gradini, ognuno decorato con maioliche che illustrano motivi diversi a seconda del secolo di ispirazione: dall’epoca araba al Liberty siciliano. I colori predominanti — blu, verde, giallo e rosso — si fondono con il cielo e la pietra, facendo della scalinata una cattedrale orizzontale in pieno centro urbano.

Ogni estate, la scalinata si illumina con la Luminaria di San Giacomo, patrono del paese, in una festa unica che coinvolge l’intera cittadinanza. Il fercolo ligneo del santo viene portato a spalla lungo le vie principali da uomini vestiti con costumi del Seicento, tra cori, canti e rituali di devozione popolare che commuovono anche i turisti. Catanesi e caltagironesi condividono questo sentire profondo per la religione, che si esprime attraverso forme artistiche vive e collettive. A luglio e ad agosto, le alzate della scalinata vengono ornate da migliaia di lumini colorati disposti a disegno, dando vita a vere e proprie opere d’arte effimere, visibili anche dal cielo.

Ripartenze, feste e rinascite culturali

La città, rasa al suolo dal terremoto del 1693, venne ricostruita secondo i criteri del Barocco tardo-siciliano, con palazzi dalle facciate ornate, chiese a pianta centrale, cupole azzurre e balconi in ferro battuto. A guidare questa rinascita furono famiglie nobili, religiosi e artigiani che rilanciarono la produzione ceramica come simbolo di resistenza culturale. Il Barocco caltagironese, oggi perfettamente conservato, si inserisce nell’itinerario UNESCO con città come Noto, Ragusa, Modica e Catania stessa.

Oggi Caltagirone è sede del Museo Regionale della Ceramica, che ospita oltre 2500 reperti, dai manufatti preistorici alle opere d’arte contemporanee. Il museo è un punto di riferimento per artisti, studiosi e turisti, mentre le botteghe storiche come quella di Giacomo Alessi, Totò Regalbuto e Francesco Cutuli offrono esperienze immersive, dove è possibile osservare la decorazione e la cottura della ceramica dal vivo. Per i catanesi che vogliono riscoprire le radici della Sicilia più autentica, Caltagirone rappresenta un itinerario obbligato.

Curiosità

Le celebri teste di Moro in ceramica, icone ormai esportate in tutto il mondo, nascono da una leggenda popolare ambientata in epoca araba. Secondo il racconto, una giovane siciliana si innamorò perdutamente di un affascinante moro. Quando scoprì che l’uomo aveva moglie e figli nella sua terra d’origine, lo uccise in un impeto di gelosia e utilizzò la sua testa come vaso per coltivare del basilico. La pianta, nutrita dalle lacrime della ragazza, crebbe rigogliosa attirando l’invidia del vicinato, che iniziò a replicare la testa in terracotta: nacque così il primo “vaso antropomorfo.

Queste testine, così amate anche dai balconi catanesi, sono oggi simbolo dell’amore passionale, della bellezza artigianale e della capacità tutta siciliana di trasformare il dolore in arte.

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