Un paradiso che nasconde qualcosa di incredibile: la baia in Sicilia dove il mistero si fa storia
Una storia tragica e avvolta nel mistero: il naufragio de Le Bande Nere e un peschereccio scomparso. Un relitto mai ritrovato, una comunità che ancora ricorda.

Un paradiso tra mare e storia: Scopello e la sua tonnara
Nel cuore della provincia di Trapani, tra acque cristalline e suggestivi faraglioni, si trova l'ex tonnara di Scopello, oggi meta turistica e location amata da cinema e TV. Utilizzata in produzioni come Il Commissario Montalbano e Makari, questa baia nasconde anche una pagina tragica del passato.
Prima del turismo, a Castellammare del Golfo si viveva di pesca. Un secolo fa, la flotta locale contava più di 125 battelli. Il mare, seppur ricco, era anche pericoloso: superava gli 800 metri di profondità già all’imboccatura del golfo, celando spesso relitti e tragedie.
Tra queste, il misterioso naufragio del peschereccio Le Bande Nere, avvenuto nell’autunno del 1954, proprio al largo tra Scopello e la baia di Guidaloca.
Il naufragio del peschereccio Le Bande Nere: una tragedia improvvisa
Il motopeschereccio Le Bande Nere, ribattezzato SS.mo Salvatore dai nuovi armatori, salpò dal porto di Castellammare il 16 novembre 1954. A bordo c’erano otto uomini, tra cui anche un ragazzino di 12 anni.
Malgrado le previsioni meteo avverse, nessuno immaginava la tempesta improvvisa che si abbatté sulla zona. Alle 17, dopo un ultimo disperato SOS, l’imbarcazione scomparve. Un testimone raccontò di averla vista sollevarsi quasi verticalmente, per poi inabissarsi senza lasciare tracce.
Il giorno seguente furono trovati solo alcuni rottami in legno. I corpi non vennero mai recuperati. Cinque giorni dopo, sulla foce del fiume San Bartolomeo fu rinvenuto un biglietto in una bottiglia, scritto a matita dal comandante Giuseppe Di Capua: un messaggio struggente, un addio commosso alla vita.
Una memoria viva tra domande senza risposta
Il relitto de Le Bande Nere non è mai stato localizzato. Secondo alcune testimonianze, potrebbe trovarsi nei fondali della baia di Guidaloca. La tragedia, nel tempo, ha alimentato dicerie e sospetti: perché uscire in mare nonostante il maltempo? Cosa trasportava realmente il peschereccio?
La comunità di Castellammare ha sempre difeso la memoria delle vittime, pescatori onesti e stimati. Il 23 novembre 1954, fu indetto il lutto cittadino. Una messa solenne e un corteo funebre accompagnarono il dolore di un intero paese. Le corone furono gettate in mare nel nuovo porto, simbolico omaggio ai dispersi.
Alle famiglie vennero stanziati aiuti economici, ma il ricordo non si è mai spento. Ogni anno si commemora il naufragio e, nel 2001, è stato eretto un monumento in piazza Petrolo: una barca travolta dalle onde, un tributo eterno a chi ha perso la vita in mare.