Il giorno in cui la lava cancellò tutto | Il paese annientato dalla colata ma che oggi è rinato
Nel 1928 una colata lavica distrusse Mascali, cancellando un intero paese etneo. Un evento che sconvolse Catania e l’Italia intera.

Un’eruzione che cambiò la geografia etnea
Nel novembre del 1928 l’Etna eruttò con una violenza imprevedibile, provocando una delle colate laviche più distruttive del Novecento siciliano. La lava avanzò per chilometri e in pochi giorni cancellò il paese di Mascali, un centro abitato vivo e prospero della provincia di Catania. Non si trattò di un evento improvviso, ma di un disastro annunciato da settimane di attività sismica e fumarole.
La lava che avanzava inarrestabile
La colata ebbe origine da una frattura eruttiva apertasi sul versante nord-est dell’Etna, a quota 1200 metri. In meno di 10 giorni, la lava raggiunse Mascali, divorando case, chiese, strade e campi. La velocità del flusso lavico fu tale che le autorità ebbero difficoltà a evacuare tutta la popolazione. Nonostante l’enormità del danno, non ci furono vittime, grazie all'intervento tempestivo dei militari e delle autorità.
L’interesse diretto di Mussolini
L’evento ebbe eco nazionale. Il regime fascista, guidato da Benito Mussolini, usò la tragedia per mettere in atto una massiccia operazione propagandistica. Il Duce inviò ingegneri e architetti per ricostruire Mascali secondo il modello di “paese moderno fascista”: strade ampie, case razionali, piazze ordinate. L’intera ricostruzione fu utilizzata come esempio di efficienza statale.
Un paese cancellato in pochi giorni
Il vecchio centro di Mascali scomparve quasi completamente, sommerso da metri di roccia fusa solidificata. Oggi, camminando tra le nuove vie del paese, è quasi impossibile intuire l’esatta collocazione delle strade originali. I resti delle fondamenta di alcune case e il tracciato di vecchie vie riaffiorano solo in alcune aree periferiche.
La risposta della popolazione catanese
La tragedia colpì profondamente i catanesi, molti dei quali avevano parenti o rapporti commerciali con Mascali. L’intera provincia di Catania si mobilitò per inviare aiuti, beni alimentari, vestiti e manodopera. Anche molte famiglie sfollate trovarono ospitalità nei comuni limitrofi, da Giarre a Fiumefreddo, in attesa della ricostruzione.
Una lezione per la vulcanologia moderna
L’eruzione del 1928 divenne caso di studio per la vulcanologia mondiale. Fu una delle prime eruzioni documentate con fotografie aeree, e diede impulso alla creazione di monitoraggi sistematici del vulcano Etna. L’INGV ancora oggi usa i dati raccolti all’epoca per analisi comparate con le eruzioni recenti.