Un viaggio che ha sfidato l’impossibile | La linea ferroviaria che ha cambiato per sempre la Sicilia
La storia vera della ferrovia Catania–Palermo: tra crateri, ponti e ingegneria, il treno che rivoluzionò la vita dei siciliani.

Una sfida titanica tra montagne e lava
La ferrovia Catania–Palermo non è solo una linea che collega due grandi città siciliane: è un’opera colossale di ingegneria, progettata a metà Ottocento, in un territorio tra i più difficili d’Italia. I lavori cominciarono nel 1863, ma l’intero tracciato fu completato solo nel 1895, dopo decenni di difficoltà, terreni franosi, attività vulcanica e problemi finanziari.
Il sogno dell’Unità d’Italia sui binari siciliani
All’indomani dell’Unità d’Italia, la ferrovia Catania–Palermo fu considerata una priorità nazionale: unire le due coste della Sicilia orientale e occidentale significava rafforzare i legami culturali, economici e politici dell’isola. Il progetto iniziale prevedeva un tracciato diretto lungo oltre 237 km, attraverso oltre 50 viadotti e 19 gallerie, attraversando l’entroterra montuoso dell’isola, una sfida quasi epica per l’epoca.
Un viaggio tra storia, natura e tecnologie dimenticate
Percorrere oggi la ferrovia Catania–Palermo è come fare un viaggio nel tempo: si passa da paesaggi lavici e colline fertili a viadotti sospesi su gole impervie. Tra le opere più notevoli ci sono il Viadotto di Fiumetorto, uno dei più lunghi in muratura dell’Ottocento, e le gallerie scavate a mano nei pressi di Roccapalumba, un’impresa che costò la vita a decine di operai.
Lentezza, bellezza e rinascita: la ferrovia oggi
Fino a pochi anni fa, la linea era famosa (e criticata) per la sua estrema lentezza: quasi sei ore per collegare Catania a Palermo. Ma oggi è in atto una profonda modernizzazione, con tratte raddoppiate, treni più veloci e stazioni ristrutturate. Il progetto mira a portare il tempo di percorrenza a due ore entro il 2026, con grandi vantaggi per i pendolari e i viaggiatori catanesi.

I treni che hanno fatto la storia
Nel corso dei decenni, sulla linea hanno viaggiato modelli storici di treni, come il mitico “Littorina” degli anni Trenta, fino agli ETR diesel del secondo Dopoguerra. Negli anni ’60 e ’70, il percorso era usato anche dai “treni del mare”, convogli speciali estivi che portavano i turisti da Palermo alla costa ionica e viceversa.
Quando il treno cambiò il destino di interi paesi
Grazie alla costruzione della ferrovia, decine di borghi dell’entroterra catanese cambiarono radicalmente: Catenanuova, Raddusa, Agira, Centuripe, da villaggi isolati diventarono snodi di scambio agricolo e commerciale, favorendo la nascita di nuove attività e l’emigrazione verso le città. Un effetto dirompente, che ancora oggi ha lasciato tracce visibili nell’economia e nella cultura locale.
Curiosità
Durante gli scavi per la galleria tra Dittaino e Enna, nel 1876, vennero alla luce resti di un’antica necropoli preellenica. Invece di interrompere i lavori, i reperti furono seppelliti di nuovo per non ritardare la costruzione: un esempio di come la fretta ingegneristica abbia a volte oscurato scoperte storiche uniche.